"Paese mio" di Giovanni Luzzi
Silenziose presenze
d’antichi affanni.
Profumata sorgente
di primitiva innocenza.
Sogni cullati
al chiarore di luna.
Occhi di donna
saette d’amore.
Orgoglio di padri
dalle mani incallite.
Bimbi festanti
dietro la banda.
Fantastica meta
per girovagare.
Porto sicuro
per anime in quiete.
Cazzate geniali
sparate a colori.
Animato crocicchio
di voci narranti.
Ballata inquietante
di tegole al vento.
Figli devoti
ma sempre ribelli.
Valigie strapiene
d’arte e mestieri.
Fuochi esplosivi
di gusti e piaceri.
Dannati briganti
ladroni infami.
Concerto di fiume
svago del tempo.
Preghiera di madre
che conforta i destini.
Cupe speranze
tra foglie d’ulivo.
Ferita dolente
d’insolente abbandono.
Croce e delizia
di povero cuore.
Commenti
Sono rinchiuse nei nostri piccoli borghi o sono serrate solo nei nostri cuori?
Il sapore di quel mondo antico, carico di saggezza e di “realtà” riuscirà a sopravvivere a questo mondo virtuale ed effimero?
Mi ritrovo tanto nella tua poesia: Acquaro come Petralia.......
Grazie Un abbraccio e a presto
RSS feed dei commenti di questo post.