"L'amicizia d'un tempo" di Pietro Carnovale

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Ricordi amico mio quando eravamo giovani e innocenti. Quando con le tasche piene di fichi secchi o di castagne andavamo in fretta ad incontrar gli amici e ci dividevamo quel che noi avevamo. Ti ricordi le giornate allegre e spensierate e le forti risate pien di gioia. Eravamo scalzi, miseri ma abbondi di amicizia sincera e semplice felicita'. Camminavamo sulla grezza breccia a piedi nudi senza alcun lamento, saltarellando tra cespugli e spine nel caloroso sole, nella pioggia e con il vento. Eravamo saldati in un cemento in amicizia clamorosa e pura. Quante belle giornate divertenti per le costiere, i prati e la natura. Ti ricordi quella notte, vigilia di Natale la, sotto il balcone di mia zia, i fichi d'india noi infilammo ad una canna e li porgemmo ai piedi d'altri amici. Ti ricordi quando li sbucciammo nel fitto buio della notte, con le mani e la bocca pien di spine senza un lamento poi alla chiesa andammo. Ti ricordi amico, che tempi belli erano quelli! Senza macchina, né bicicletta, senza un soldo di poter divertirci, ma senza tutto questo com'era bello vivere nella miseria e in allegria.

Con la famiglia unita non si sedeva a tavola sino a che il padre, capo della famiglia era presente. Ti ricordi le serate al focolare o al braciere tutti in giro attorno nell'inverno e con le mamme e i nonni a raccontar a noi le storielle?

Chi puo' mai dimenticar quei primi insegnamenti che a me serviron per divenire uomo. L'affetto dei miei cari, il rispettar del prossimo, l'onesta', la sincerita', l'uguaglianza e l'amicizia con sincerita'.

     

Commenti   

Franco Scarmozzino
# Franco Scarmozzino 2010-05-08 11:32
Quello che scrivi Pietro Carnovale e' veramente molto commovente e reale come ai vecchi tempi cosi' vivo nei nuovi oggi.
Hai descritto esattamente le cose, e quella piu' bella era il fatto che quando ci si sedeva a tavola per mangiare non si iniziava se non prima eravamo tutti seduti con il padre a capo tavola.
Il padre era la figura che lavorava e portava a casa il pane e quindi meritava il maggior rispetto dagli altri componenti della famiglia.
Sono d'accordo che quando si aveva poco o niente si era allegri per un niente e anche certe piccole disgrazie venivano superate a volte con fragorose risate.

Bel racconto, complimenti

Franco
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Pietro Carnovale
# Pietro Carnovale 2010-05-10 03:47
Ciao Franco

Grazie per il tuo commento positivo. E' difficile non ricordare il passato che per conto mio tante cose hanno preso un posto fisso dentro il cuore. Anche se a volte non si trovano le parole adatte per descrivere precisamente o con l'emozione dovuta che prova dentro di se, io cerco di scrivere delle parole che almeno fanno un po' di significato di quello che sento. Quando una storiella viene ricevuta positivamente come hai dimostrato tu, la persona che scrive si sente essere incoraggiato. Grazie ancora una volta Pietro
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