Ciao a tutti, sono qui per ricordare un episodio che, nella sua descrizione, potrebbe sembrare un po' offensivo ma che, credetemi, rappresenta una tappa fondamentale nella crescita di un calciatore. Era il primo anno in cui il calcio dilettantistico si presentava al nostro paese. Prima anno di 3a categoria pieno di ricordi che mai cancellerò dalla mia mente. Ricordo il mio primo allenatore, Lamberti Antonio, prima grande calciatore, poi grande allenatore e assolutamente competente del settore. Ricordo con quanta cura preparava le partite, con quanto impegno eseguiva la preparazione di noi calciatori portandoci al punto di "volare" sul campo, portandoci al punto di sapere a memoria dove trovarsi nelle disposizioni tattiche. Ritorniamo al racconto che trova come protagonisti il mister Lamberti e un mio compagno, grande calciatore, elegante e intelligente: COLACI ANTONIO, Ntonariaju per gli amici. Era prima di una sfida molto importante, adesso non chiedetemi quale perché non ricordo. Antonio era un calciatore del quale non si poteva fare a meno nelle partite, un calciatore molto importante nello scacchiere tattico del gioco, era praticamente quello che ordinava il gioco e dava con eleganza l'ultimo passaggio all'attaccante. Ci ritroviamo come tutte le domeniche nello spogliatoio dove incominciamo a tirare fuori tutto il necessario per vestirci. Il mister lì a guardarci e ad un certo punto lo vedo guardare con assiduità Antonio e non capivo! Finito di vestirci si inizia con la formazione da parte di mister Lamberti che, tra gli 11 calciatori che scenderanno in campo, non menziona il nome di Colaci Antonio con nostra tanta meraviglia! Meraviglia perché lo trovavamo strano e un po' problematico vista la grande considerazione che Mister Lamberti nutriva per Antonio. Poi la cosa più strana e' che Antonio non figurava neanche nei 16. C'è stata subito una reazione, quasi tremenda da parte di Antonio che, con la sua educazione, ha atteso che il mister finisse di spiegare la tattica e poi chiese: "Perché non gioco mister? Cosa ho fatto? Ce l'ha con me?" Mister Lamberti con la sua pacatezza disse: "Fai vedere le tue scarpe di calcio a tutti". Antonio prese le scarpe e le mostrò! Erano sporche dall'allenamento del venerdì. Il mister disse: "Guardatele tutti e ricordatevi che la personalità di un calciatore, che è quella che dà il là a tutte le altre cose, si vede dalle cose che indossa. Qualunque calciatore di voi, sia esso Pelé, Bettega o altro, si presenta con scarpe o altro indumento in queste condizioni lo mando a casa". Antonio con la sua educazione prese la borsa e uscì rimanendo fuori a vedere la partita e, cosa molto importante, non arrivò mai più con le scarpe sporche. Non è una lezione di calcio che mister Lamberti ha fatto ma una lezione di vita che a me ad Antonio e a tutti, credetemi, è servita. Ah, per la cronaca, Antonio riprese il suo posto la settimana successiva con le scarpe pulite e durante la settimana non si risparmiava la presa in giro, amichevole, di tutti gli altri e del mister stesso.