Forse il titolo è esagerato però credo che renda l'idea dell'impresa compiuta da noi ragazzi dell'Istituto Comprensivo G. D'Antona di Acquaro nell'anno scolastico 2001/2002. Sono passati ormai parecchi anni da quei giorni ma il ricordo di quei momenti credo che sia impresso nelle menti di ogni ragazzo che ha avuto la possibilità di partecipare a quell'esperienza. Io ricordo ancora tutta la felicità di noi ragazzi alla fine del torneo, la soddisfazione dei dirigenti scolastici ed in modo particolare i momenti di ogni singola partita. Abbiamo iniziato il nostro cammino dalla vicina Gerocarne dove ci siamo sbarazzati con facilità della squadra di casa chiudendo la partita con il risultato di 7-1. Passato il girone eliminatorio ci attendevano ora squadre di istituti più blasonati e meglio attrezzati per strutture sportive. La partita, disputatasi sul terreno di gioco di Vibo Marina, ha visto la nostra affermazione (2-0) alla fine di un incontro molto equilibrato. Era ora giunto il momento più atteso: la finalissima. Era il primo incontro di una certa importanza per tutti noi, ricordo l'attenzione con cui ogni pomeriggio noi ragazzi ci incontravamo al nostro campo per cercare di arrivare nella migliore condizione all'incontro. La partita si giocò allo stadio Luigi Razza, vedeva opposte la nostra scuola e l'istituto di Briatico, e si concluse con la nostra vittoria con il risultato di 3-1. Non riesco a dimenticare la nostra gioia e l'unione che si era venuta a creare all'interno del gruppo. Il mio ultimo pensiero va a due persone squisite quali sono il professore Francesco Barone, grande selezionatore e motivatore, doti che gli hanno permesso di raggiungere importanti traguardi professionali di livello nazionale, e la dirigente scolastica Maria Crupi che ha creduto molto nelle nostre capacità curando attentamente ogni dettaglio per il raggiungimento di questo importante traguardo. Importante sottolineare come la dedizione di queste due persone, abbia permesso a ragazzi come noi, abituati a giocare a calcio per le strade di Acquaro, a raggiungere, attraverso il lavoro, l'impegno, quello che molti anni prima era considerato difficilmente realizzabile.