Ringraziamo vivamente tutti coloro che ci hanno agevolato il recupero di notizie e documenti. In particolare: il fotografo Rocco Citino, acquarese, per tutto il servizio fotografico messoci a disposizione; per alcune fotografie antiche (ora conservate nell'archivio - Citino), l'ins. Nicola Lopresti, il dott. Pasquale Stramandinoli, i sigg.ri Rocco Galati, Giuseppe Perugino, Francesco Crupi, Giovannino Ierfone, Giovanni David e Rocco Annetta.
Presentazione alla seconda edizione
Siamo lieti di poter offrire ai compaesani ed agli amici la seconda edizione di Acquaro nella storia e nella tradizione. Stampato per la prima volta nel 1976 in mille esemplari, questo libro incontrò subito il favore della popolazione, al punto che dopo breve tempo era entrato, e c’è tuttora, in quasi tutte le famiglie di Acquaro. Ma si è reso irreperibile sul mercato a quanti (giovani, nuove famiglie, amici e parenti lontani) non hanno potuto procurarselo allora e da anni lo vanno richiedendo. Da tempo nutrivamo il proposito di colmare questa lacuna. Infatti ci sembrava più che legittimo (ed allettante) il desiderio dei concittadini di conoscere il loro passato e di avere, raccolto in un unico volume ed a portata di mano, l’inventario dei tesori accumulati e trasmessi dagli antenati. Era come porgere su un piatto le radici nascoste della loro esistenza, i fiumi sotterranei lungo i quali si era alimentata per secoli quella stessa vita che ora scorre nelle loro carni. Visitando le loro remote origini, essi avrebbero preso maggior familiarità con la tradizione, avrebbero imparato ad apprezzare di più la loro terra ed i loro avi, a custodire con orgoglio i costumi e gli insegnamenti positivi ricevuti in consegna, ad innestare sulle generazioni future valori che sviluppano il passato senza inquinarlo o tradirlo. E, alla fine, ogni ostacolo è stato superato appunto dal desiderio dì «regalare» ancora al proprio paese una dignitosa carta di presentazione. Con viva soddisfazione presentiamo questa seconda edizione. Il libro, infatti, è stato riscritto quasi per intero, essendo stati i contenuti arricchiti notevolmente da lunghe e faticose ricerche; lo stile si è fatto scorrevole ed omogeneo, la partecipazione al racconto semplice e familiare, consapevoli che la riedizione di un testo di storia esigeva una revisione accurata. Le foto sono rare e curate da un professionista, Rocco Citino, che si è reso disponibile ad agevolarci l’uso del suo prezioso archivio, ma che su di esse riserva tutti i diritti. Era il minimo che si poteva concedergli da parte nostra. Naturalmente sappiamo che in libri come questo la perfezione non si raggiunge mai. Sono troppe le notizie e sparse ai quattro venti o sepolte in polverosi archivi: non ci si può illudere di snidarle tutte. Su Acquaro, in particolare, non esistono lavori precedenti al nostro che lo abbiano preso in qualche seria considerazione. Per cui abbiamo dovuto costruire quasi tutto da soli. Per i documenti scritti abbiamo effettuato ricerche faticose ed appassionate presso l’Archivio di Stato di Napoli e di Vibo Valentia, presso l’Archivio storico Diocesano di Mileto, gli archivi della parrocchia e del Comune di Acquaro. Dopo averle valutate e confrontate, abbiamo attinto a notizie sparse anche su varie pubblicazioni. Per la tradizione, invece, siamo rimasti a lungo tra la gente del paese: in piazza, sulle panchine dove siedono vecchi che ricordano; entro abitazioni private, o sostando sulle scale esterne; nella «ruga» (la via); visitando campagne vecchi palazzi frantoi e mulini, cercando di afferrare al volo i detti popolari salienti, annotando ogni cosa per poi fare, con comodo, una cernita intelligente. E quando ci siamo messi a comporre, non abbiamo indossato le vesti dello storico o dell’erudito di professione, ma abbiamo preferito rimanere dalla parte di chi avrebbe letto, condividendone con piacere anche la semplicità, le reazioni immediate, la mentalità. A noi pare di aver fatto del nostro meglio. Altri potrà aggiungere ciò che a noi è sfuggito. Così la storia del nostro paese (u cuntu d’Acquaru), come una bella favola che cresce col tempo, continuerà ad essere raccontata da giovani vecchi e bambini, mentre la vita scorre e nuove generazioni verranno a prendere il posto delle vecchie sul teatro di questo piccolo lembo di terra. Affidiamo il «libro d’Acquaro» ai lettori con la certezza che sapranno apprezzare i nostri sforzi, perdonare le nostre lacune, comprendere le nostre imperfezioni; e con l’augurio di provare, nel leggerlo, quelle intense piacevoli emozioni che hanno accompagnato noi nello scriverlo.
Acquaro, dicembre 1990
Gli autori
Presentazione alla prima edizione
« Poi che la carità del natio loco mi strinse, raunai le fronde sparte »
(Dante)
Acquaro, come tutti gli altri Paesi del Meridione, vive oggi una profonda trasformazione: da una mentalità agraria a carattere patriarcale, sta passando ad una mentalità più elastica, legata all’influsso della cultura contemporanea nazionale e internazionale. Il rischio che si corre in simili circostanze è quello del salto brusco che si lascia alle spalle – perdendoli – valori tradizionali preziosi. Con questo lavoro siamo venuti incontro al desiderio di recuperare alcune briciole di un patrimonio che va dileguandosi, di portare un po’ di luce sulla storia e tradizione di un Paese il cui passato sta per conoscere la notte, al fine di agevolare un progresso che non sia tradimento ma continuità nella tradizione. Non si tratta di un lavoro completo e definitivo, ma di un inizio, di un abbozzo o meglio dello sbocciare di un primo fiore; vorremmo stimolare persone più preparate di noi a coltivare altri fiori su un terreno cosi invitante. E’ difficile stabilire a chi vada il merito di questo libro: i giovani hanno lavorato con noi per farne dono al Paese agli emigranti ed agli amici, gli anziani hanno scavato nel fondo dei loro ricordi per darci tutta la parte riguardante la tradizione, gli archivi delle famiglie si sono schiusi per agevolarci la parte storica, il Comune e la Parrocchia ci sono venuti incontro nei limiti delle loro possibilità, la popolazione e gli amici hanno reso possibile la pubblicazione prenotandosi e prenotando copie del testo. In definitiva, lo abbiamo fatto tutti: è frutto – e lo stile ne risente – della solidarietà di un Paese. Proprio perché voleva essere di tutti, questo lavoro ha dovuto imporsi alcune regole : fare un'esposizione il più possibile fedele ai fatti ma con criteri non sempre strettamente scientifici, adoperare un linguaggio preciso ma semplice, dare al testo un formato ed una composizione tipografica dignitosi salvaguardando insieme l'accessibilità economica del prodotto finito, usare alcune precauzioni dove il nome apertamente rivelato pur non significando molto avrebbe potuto turbare la delicatezza di rapporti degli abitanti. Abbiamo infine aggiunto un’appendice sulla questione meridionale per agevolare un’eventuale lettura del testo in chiave meridionalistica. Affidiamo il manoscritto alla stampa sostenuti da una grande fiducia: che la tradizionale ospitalità di Acquaro, fatta di garbo attenzione e generosità, si verifichi ancora una volta nel riservare a questo libro il posto che timidamente chiede: quello di divenire un gradito ospite di casa.
Caratteristiche
Pagine: 247
Stampa
Finito di stampare nel mese di Aprile 1991 presso Officine grafiche «GARRÌ» Tel. (0963) 391195 - Sciconi (CZ)
Hanno collaborato: Franco Carnovale Luigi Colaci Giuseppe Crupi Ulisse Crupi Alfonso Galati Raffaele Galati Carla Gentinetta Franco Iaconis Pietro Imeneo Antonino Napoli Rocco Rottura Rocco Talomo Augusto Visconti
Ringraziamenti
Ringraziamo vivamente tutti coloro che ci hanno agevolato il recupero di notizie e documenti. In particolare, per la parte storica: famiglia Calcaterra, Nello Corrado, avv. Giuseppe Crocenti, Pietro David, parroco Giuseppe Gagliardi, famiglia Galati, mons. Giuseppe Luzzi; per la tradizione: Giuseppe Barilaro, Rocco Chiaravalloti, Giuseppina Cirillo, Pietro Cirillo †, D. Antonio Colaci, D. Gabriele Cosentini, D. Rocco Cosentini, Pietro Crupi, Giuseppe Filardo, Vincenzo Filardo, Antonino Galati, Maria Stella Galati, Vincenzo Iaconis, prof. Giuseppe Ierfone, Rocco Iorfino, Vincenzo Rottura, Nicola Scarmozzino, Pasquale Talomo, Giuseppina Vartuli. Ringraziamo, inoltre, il Sindaco G. Ottavio Bruni, il Segretario comunale Antonio Palmieri e la Giunta comunale per il contributo economico destinato alla pubblicazione del libro, il Parroco Giuseppe Gagliardi e la Procura per il dono della foto a colori, il Sign. Nicola Scarmozzino per aver messo a disposizione della redazione la sua casa, Pino Muratore per l’aiuto nella composizione del libro e correzione delle bozze.
Presentazione
« Poi che la carità del natio loco mi strinse, raunai le fronde sparte »
(Dante)
Acquaro, come tutti gli altri Paesi del Meridione, vive oggi una profonda trasformazione: da una mentalità agraria a carattere patriarcale, sta passando ad una mentalità più elastica, legata all’influsso della cultura contemporanea nazionale e internazionale. Il rischio che si corre in simili circostanze è quello del salto brusco che si lascia alle spalle – perdendoli – valori tradizionali preziosi. Con questo lavoro siamo venuti incontro al desiderio di recuperare alcune briciole di un patrimonio che va dileguandosi, di portare un po’ di luce sulla storia e tradizione di un Paese il cui passato sta per conoscere la notte, al fine di agevolare un progresso che non sia tradimento ma continuità nella tradizione. Non si tratta di un lavoro completo e definitivo, ma di un inizio, di un abbozzo o meglio dello sbocciare di un primo fiore; vorremmo stimolare persone più preparate di noi a coltivare altri fiori su un terreno cosi invitante. E’ difficile stabilire a chi vada il merito di questo libro: i giovani hanno lavorato con noi per farne dono al Paese agli emigranti ed agli amici, gli anziani hanno scavato nel fondo dei loro ricordi per darci tutta la parte riguardante la tradizione, gli archivi delle famiglie si sono schiusi per agevolarci la parte storica, il Comune e la Parrocchia ci sono venuti incontro nei limiti delle loro possibilità, la popolazione e gli amici hanno reso possibile la pubblicazione prenotandosi e prenotando copie del testo. In definitiva, lo abbiamo fatto tutti: è frutto – e lo stile ne risente – della solidarietà di un Paese. Proprio perché voleva essere di tutti, questo lavoro ha dovuto imporsi alcune regole : fare un'esposizione il più possibile fedele ai fatti ma con criteri non sempre strettamente scientifici, adoperare un linguaggio preciso ma semplice, dare al testo un formato ed una composizione tipografica dignitosi salvaguardando insieme l'accessibilità economica del prodotto finito, usare alcune precauzioni dove il nome apertamente rivelato pur non significando molto avrebbe potuto turbare la delicatezza di rapporti degli abitanti. Abbiamo infine aggiunto un’appendice sulla questione meridionale per agevolare un’eventuale lettura del testo in chiave meridionalistica. Affidiamo il manoscritto alla stampa sostenuti da una grande fiducia: che la tradizionale ospitalità di Acquaro, fatta di garbo attenzione e generosità, si verifichi ancora una volta nel riservare a questo libro il posto che timidamente chiede: quello di divenire un gradito ospite di casa.
Caratteristiche
Pagine: 116
Stampa
Finito di stampare il 30 marzo 1976 presso «la tipografica» Zonca & Cantaluppi STRESA (Novara)
Lopresti Massimiliano è nato a Vibo Valentia nel 1971. Si è laureato in Lettere moderne presso l’Università di Messina. Ha lavorato come catalogatore di libri in un monastero certosino e, dal 1998, insegna nella scuola pubblica. Nel 2010 ha pubblicato una raccolta di poesie (Piccola raccolta certosina, editore Centro studi Tindari – Patti). Numerosi suoi racconti e poesie sono inclusi in antologie.
Descrizione
Ariel è un solitario che vive nella periferia della grande città. Trascorre le sue giornate chiuso in casa: pensa moltissimo, guarda la televisione, si collega a Internet. In seguito a un sogno spaventoso (si partorisce adulto) realizza di essere una persona incompleta che, per una strana convenienza, accetta un modus vivendi non consono al suo vero sentire. Per fissare questa verità rivelata comincia a scrivere; la scrittura rappresenta un'improvvisa possibilità di guarigione e una possibile via d'uscita. Nel pensiero autobiografico Ariel trova una forza di volontà inaspettata: va avanti nonostante i momenti difficili, i pensieri ripetitivi e la parte di sé che si è accomodata nella solitudine. Quando si sente soffocato dai muri esce di casa, ma ogni volta vi torna ancora più disperato. Dopo un lungo monologo in cui realizza di essere dominato dall'inazione, decide di partire e raggiunge il paese dei nonni paterni (l'ultima volta vi era stato da bambino). In quel posto ci dovrebbe essere ancora la casa degli avi emigrati nella grande città. Arriva in un paese semiabbandonato, abitato soprattutto da vecchi, dove ritrova la lingua parlata, il dialogo, l'incontro con l'altro. Rimanere, però, significherebbe non affrontare il vero problema e, quindi, Ariel ritorna nella sua città con la ferma intenzione di rimettersi a vivere.
Caratteristiche
Editore: Titani Editori Anno: 2022
Dove comprarlo
Il libro si può acquistare attraverso la piattaforma di vendita dell'editore.
Lopresti Massimiliano è nato a Vibo Valentia nel 1971. Si è laureato in Lettere moderne presso l’Università di Messina. Ha lavorato come catalogatore di libri in un monastero certosino e, dal 1998, insegna nella scuola pubblica. Nel 2010 ha pubblicato una raccolta di poesie (Piccola raccolta certosina, editore Centro studi Tindari – Patti). Numerosi suoi racconti e poesie sono inclusi in antologie.
Descrizione
"Nei versi di Massimiliano Lopresti emerge il senso di solitudine, di isolamento, in cui vivono le nostre coscienze, vittime del nostro egoismo, delle nostre paure, delle nostre angosce. Non so se tutto questo prevalga sulla speranza, che non c'è più, ma certamente non è una resa [...] Il senso della luce, che non prevale sul buio, dà ai versi di Massimiliano una aureola di raffinata eleganza, di concreta aspirazione al sublime, pur nella devastante presenza di un'emergenza quotidiana che rende le nostre vite opache, in perenne attesa, troppo spesso vuote."
Dalla prefazione di Franco Laratta
«Il privilegio del mio tempo ha i titoli in coda. Affonda nell’adolescenza. Ha disegnato sui muri di un paese senza nome cavalli alati. Ragazzi che si sarebbero alzati di gioventù e avrebbero camminato di vita per ragioni storiche».
Anna Maria Chiapparo è nata a Vibo Valentia in Calabria e vive a Siracusa. Profondamente legata alla terra natia, grazie ad una pagina FB e ad un blog, cerca di tramandare il proprio dialetto e le tradizioni del passato che vanno scomparendo. Si diletta a scrivere poesie e racconti e si occupa anche di riciclo creativo.
Trama
Due ragazzi, Maria e Rocco, con la loro semplicità, ci conducono in punta di piedi, in un viaggio attraverso le tradizioni e le usanze della Calabria del ‘900. Un linguaggio semplice, spesso dialettale, racconta le vicissitudini di una famiglia come tante, "una storia qualunque", che nella tranquilla ed anonima vita paesana, si troverà travolta dalla Prima guerra mondiale. Un viaggio a ritroso nel tempo, fatto di ricordi, crea man mano, un piccolo quadro di vita contadina in un piccolo paesino dell'entroterra calabrese… Un matrimonio combinato come si usava all’epoca, il fidanzamento, il parto in casa ecc. contornati dai vari lavori quotidiani, molto lontani dai nostri giorni, come lavare al fiume, fare il pane in casa, e poi le feste, con le tradizioni legate al culto, e le devozioni ai santi, in un pout pourri di vita corale tipica del meridione, porteranno il lettore in un passato pur non tanto lontano, a curiosare nel quotidiano dei propri nonni, a cercare nostalgicamente un mondo sicuramente più duro e difficile, ma unico e genuino.
Introduzione
Questo libro è un viaggio a ritroso nel tempo, tra i ricordi che mi raccontava mia nonna. Ricordi di una vita semplice e dura, fatta di mancanze materiali ed affettive dove si viveva alla giornata, senza tante speranze, né sogni. Vita di sacrifici e duro lavoro per poter avere un tozzo di pane, in un tempo di rassegnazione, intrisa di superstizioni e fede nei santi protettori. Un viaggio tra tradizioni e usi che vanno man mano scomparendo, ma che per fortuna, resistono ancora in molti piccoli centri del nostro Sud. In queste pagine ho voluto raccogliere un po’ di usi e costumi del mio paese natio, Acquaro, in provincia di Vibo Valentia, in Calabria e li “ho appuntati” per non dimenticare. Ho volutamente usato discorsi diretti, in dialetto locale perché penso che il dialetto non debba assolutamente morire, anzi, andrebbe insegnato alle nuove generazioni.
Ringraziamenti
I miei ringraziamenti vanno a tutte quelle persone che hanno letto questa storia e l’hanno apprezzata e compresa nella sua interezza e semplicità, senza critiche, invogliandomi a continuare a raccontare. Grazie a loro, questo racconto è oggi un piccolo libro. Grazie alla mia famiglia e in particolar modo, alle mie figlie che da sempre credono in me e mi spronano a scrivere. Grazie quindi, a Veronica e Letizia per il supporto grafico e fotografico, nonché di editor in generale. Grazie a chiunque si ritroverà in queste pagine, ma soprattutto grazie a mia nonna, che nei tempi trascorsi insieme, mi ha raccontato piccoli pezzi della sua vita.
Dedica
Dedicato a tutte le donne di Calabria e del sud.
Quelle donne cresciute e vissute in silenzio, senza fronzoli e senza pretese. Donne dai sogni velati di nero, con i calli alle mani e le ali ai piedi... Donne di beltà regale che, chiuse nella loro atavica fierezza, hanno dato la vita senza risparmiarsi mai.
Dedicato a quelle donne che non hanno mai avuto voce, ma tanti tumulti nel cuore. Dedicato alle donne raggelate dal dolore che nega anche il pianto e le invecchia precocemente, non soli di canizie... Semplicemente, alle Donne! Donne del Sud.
Caratteristiche
Formato: 14,81x20,98 cm Pagine: 132 Copertina: morbida con rilegatura termica Prezzo: 8,99 € Anno: 2018 ISBN: 9780244742058
Informazioni per l'acquisto
Il libro può essere acquistato sul sito lulu.com o su amazon.