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Ferdinando Ierardo
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Premessa Premessa

Nazzareno Santo Belfiore - La tragedia di Alfredino
Nazzareno Santo Belfiore
La tragedia di Alfredino
L’Angelo nel pozzo
a cura del prof. Ferdinando Ierardo
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Rovistando l’altro giorno tra le carte, un’infinità di carte che è necessario di tanto in tanto rileggere per selezionare quelle utili da conservare e quelle da eliminare, evitando così l’accumulo di materiale inutile, ritrovai un libricino, di sedici pagine appena, intitolato “La tragedia di Alfredino – martire del pozzo artesiano di Vermicino (Roma)” scritto da Santo Belfiore.
Il 13 giugno 2011 ricorre il trentesimo anniversario di un tragico fatto di cronaca, che per 18 ore di diretta televisiva fece rimanere col fiato sospeso milioni di italiani, vecchi, giovani e bambini davanti al televisore.
Quel triste episodio di cronaca commosse anche il nostro Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che si recò personalmente sul luogo della tragedia per seguire i tentativi di riportare in superficie il piccolo Alfredo Rampi, caduto in un pozzo artesiano, profondo 80 metri e largo appena 28/30 centimetri.
Alfredino, così ricorreva il suo nome di bocca in bocca tra la gente che si incontrava; egli era divenuto il figlio di tutte le mamme d’Italia.
Mercoledì 10 giugno 1981, verso le ore 19.00 a Vermicino, in una località di campagna vicino Frascati, un pozzo artesiano inghiottiva ad una profondità di oltre 30 metri un allegro e spensierato bambino di 6 anni: Alfredino Rampi (Roma 11 aprile 1975 – Vermicino 13 giugno 1981).
Si compì ogni tentativo per cercare di salvare il bambino, persino un coraggioso volontario, Angelo Licheni, giovane tipografo, magro e piccolo di statura, si calò nel pozzo per tre volte a testa in giù per cercare di afferrare quel corpicino che invocava aiuto; si tentò anche di scavare un tunnel parallelo al pozzo, ma tutto fu inutile. La mattina del 13 giugno, verso le ore 6.30, Alfredino non rispondeva più ai soccorritori che avevano calato un microfono per tenerlo desto ed incoraggiarlo. L’anima di Alfredino, l’Angelo del pozzo, si era involata verso nuovi e sereni orizzonti. La speranza si era tramutata in sconforto. L’intero Paese rimase sconvolto per la tragica fine del bambino che invocava con voce sempre più flebile la madre, rimasta accanto a quel pozzo fino alla fine.
Ritengo che ancora milioni di persone, nonostante siano trascorsi 30 anni, hanno un vivo ricordo di quella tragedia.
Oggi esiste un “Centro Rampi” fondato dalla signora Franca, madre di Alfredino, che si occupa di minori e di Protezione Civile.
Quell’episodio, vissuto con forte e profondo turbamento emotivo, indusse Santo Belfiore Nazzareno a scrivere e diffondere il libretto intitolato:
“La tragedia di Alfredino - martire del pozzo artesiano di Vermicino (Roma)”, edito dalle Grafiche LAGAM – Vibo Valentia, maggio 1982.
Lo scritto sarà fedelmente riportato in questa pagina, così come scaturito dalla mente e dal cuore dell’autore.

Autore Autore

Nazzareno Santo Belfiore
Nazzareno Santo Belfiore
Santo Belfiore Nazzareno, nato a Laureana di Borrello (RC) il 28 giugno 1924, uomo semplice, onesto ed instancabile lavoratore, dotato di profonda umanità e sensibilità, per tutta la sua vita esercitò con esperienza ed abilità l’attività di panettiere nel paese di Acquaro, dove si era trasferito con la sua famiglia. Qui si spense il 24 gennaio 1997.

Lo scritto Lo scritto

"Io Santo Belfiore mi accingo a scrivere questi versi, ma sono scarso di cultura. Questo mio scritto è nato dalla mia povera mente perché ho avuto una sensazione che mi è venuta dall’alto da Dio e dal nostro Alfredo.
Alfredo, mandato da Dio, si penetrò dentro di me e dettò nella mia mente tutto ciò che io verso in queste parole scaturite dal cuore e dall’animo, per dare al mondo la realtà di tutto l’amore che io ho verso questo figlio di tutti martire in un baratro indimenticabile, con un grande sacrificio per vivere nel cuore di tutti coloro che lo sentono e lo chiamano, dove cessò di vivere, ma egli è già risorto.
Noi siamo pronti a seguire la guida di questo Santo nuovo, donatoci dal Signore per farci strada e raggiungere la vita, col desiderio di averlo per sempre come luce del nostro futuro avvenire. Tutto il mondo sconvolto ha versato lacrime per il piccolo Alfredino.
Egli lasciò questa terra e volò in Cielo, posando la sua bella anima pura affaticata da un grande sacrificio nelle braccia del Divino Salvatore.
Egli lasciò questo mondo, si, ma sarà sempre unito a noi, con l’amore e con la preghiera e spesso tutti lo chiamiamo e ci farà da compagno e guida nel nostro lungo cammino, fino a quando raggiungeremo quella celeste meta universale, che sarà la messe delle fatiche di ogni creatura umana.
Quante lacrime ho già sparse per te, Alfredo mio, il mio cuore ed i miei occhi lo sanno.
Quante preghiere sono scaturite dal mio animo, con la speranza di saperti salvo. Oggi la mia vita sapendoti Santo, benedice e loda di sovente il Signore di averti scelto come custode e protettore della nostra vita. Tutto ciò che accadde in te bimbo benedetto è accaduto per la salvezza di tante creature che costituiscono questo piccolo mondo e noi siamo tutti grati al Signore della tua Santità con la speranza che un dì regneremo insieme a te quel gaudio eterno di una nuova vita serena e gioiosa.
Le tue sofferenze ti hanno fatto volare in Cielo, coronato di gemme preziose, ricordandoti di noi, con la preghiera dona al nostro cuore un amore che non avrà mai fine.

E volavi Alfredo mio, si, volavi
come aquila giovinetta ti sei avviato
verso il creato, verso il sole.

E come la luce del sole
fuga le ombre della notte
così tu penetrasti dentro me
salvandomi dal buio del peccato,
condurmi verso una nuova luce,
l’eterna luce di verità e vita.

POESIE

O pozzo di Vermicino, pozzo mio,
il mio pensiero in te posa e riposa
nei giorni e nelle notti senza oblìo
dove prostrai la vita mia angosciosa

Sei benedetto se dirai del vero
il perché versasti angosce al mondo intero
chi ha commesso questo grande orrore
per distruggere un figlio del Signore?

Dimmi chi è
che ha seppellito Alfredo dentro te.

Forse da solo è disceso
il piccolino che non ha compreso
che c’era un fallo atteso?
O forse è caduto
con un passo estraneo che non ha veduto
che lo aspettava un fato astuto?

E chi ti ha coperto o pozzo
dopo che tu l’hai trangugiato
e il suo singhiozzo
non l’ha considerato?

Hai visto tutto e so che tu ti duoli
di ciò che accadde al bimbo benedetto
dimmi qualcosa or che siamo soli
dona un esito al mio cuore poveretto.

Per sapere com’è stato l’accaduto
mentre cercava il bambinello aiuto

Scivolando dentro la tua parete oscura
quel cuoricino batteva di paura

Piangeva forte sentendosi perduto
ma salvarlo nessuno ha potuto

E tu o pozzo non ti dei commosso,
quando nel dentro ti sentivi scosso.

Io voglio che tu mi rispondi
dagli abissi più profondi

Dove si consumò la vita un figlio
che mi lasciò imperlata sul mio ciglio

Per sempre una lacrima d’amore
perché: era un fiore
che sbocciava al mondo,
umile e giocondo.

Hai visto sì ma tu non sai parlare
non hai le doti natural viventi
sei una cosa e non potevi dare
nessun accenno per quei tristi momenti

In cui volenterosi per salvarlo
son scesi dentro con mezzi per tirarlo
ma tutto invano per il mio diletto
perché il tuo ventre lo teneva stretto

In un baratro senza via d’uscita
subìa il calvario lui e la mia vita
che ho condiviso con egli il suo dolore
angosce atroci tutto ciò che ho visto
l’ho rinchiusi per sempre nel mio cuore
per il mio Alfredo e per amor di Cristo.

Bramavo io mentre lui bramava
il suo pianto penetrò nel cuore mio
tanto gemevo mentr’egli agonizzava
con il mio pianto mi rivolsi a Dio

Laudato sia il tuo nome o mio Signore
consola questo cuore mio angoscioso
togli il tuo figlio Alfredo dal dolore
salvalo, sì, e ritornalo gioioso

Mi parve in senso di sentire Dio
intesi: Questo piccolo mio cuore
è un nuovo Santo che l’ho scelto io
nel pozzo della vita e dell’amore.

Or che ti fece Santo il Creatore
non mi lasciare Alfredo in questo stato
pien di tristezza e coprimi d’amore
prega Gesù giacchè ti ha tanto amato

Ormai sei Santo e pieno di virtute
risiedi il regno della veritate
prega per quelli privi di salute
e per le creature imprigionate.

Di questo mondo sei speranza e luce
ti fece Santo Dio della bontate;
la costante tua preghiera ci conduce
nel nuovo regno delle anime beate.

Raddolci la tristezza col conforto,
la vita oppressa dei tuoi genitori,
gli dirai che il Signore t’ha risorto
da questa terra ricca di dolori.

Prega per Roma e per l’Italia intera
per questa terra che fu la tua nazione
ricorda tutti nella tua preghiera
anche i fratelli tuoi del Meridione

Prega per me e per tutti i tuoi fedeli
ché stretto ti terrò nel cuore mio
mi mandasti la tua immagine dai cieli
con il mio cuore l’ho consacrata a Dio

Per sempre ci lasciasti il tuo sorriso
dolce sorriso di pace e d’amore
ricordati di noi dal paradiso
chiedendo grazie sovente al Signore

Prega tu Alfredo che la guerra tace
non ci lasciare in questa vita dura
che nell’umanità regni la pace
il desiderio di ogni creatura

Salisti al cielo e le nostre preghiere ascolti
di ogni lingua diversa ed ogni accento
ti sto chiamando io per me e per molti
perché nel cuore mio il tuo amore sento.

Tu nell’Italia lasciasti un grande amore
nel cuore mio e nel cuore di tutti
sei un santo nel nome del Signore
assaggerai per sempre i dolci frutti

Di Santità da un sacrificio immenso
per te; o Santo mio di Vermicino
dal mio cervello nacque un dolce senso
a scrivere il tuo episodio o mio Alfredino

Il tredici giugno lasciasti questa terra
e questo mondo non ti ha conosciuto
prega il Signore per ammonir la guerra
pregalo tanto per il nostro aiuto

Alfredo prega per il mondo intero
che regni in noi la pace del Signore
il nostro Dio ch’è Padre veritiero
farà nel mondo rimaner l’amore

Per me sei una colomba di purezza
tu del Signore sei la messaggera,
con le tue ali mandami la brezza,
un’aria della celeste primavera.

Or che sei una colomba del creato
porta un messaggio a Dio dell’universo,
non posso io volar non sono alato
solleva tu lo stato mio sommerso.

Gli dirai che sono un povero meschino
e attenderò da Lui salute e amore
a te ti ascolta di più che sei vicino
al regno suo l’Amabile Signore.

Ti ascolta si e dice che mi ama
perché lo sento nell’animo mio,
nell’animo e in questo cuor che brama
per mezzo del tuo amore dolce e pio

Iddio ti fece Santo e protettore
prega per noi che siamo i tuoi diletti,
il mondo ti ha stampato nel suo cuore
pronto a seguirti nel regno in cui ci aspetti.

Prepara un padiglione tu per tutti
per essere sempre uniti nell’amore
ci nutriremo di celesti frutti
eterni frutti ricchi di candore.

Hai scelto questo cuore bambinetto
per far di me un’altra anima pia
sei penetrato nel dentro del mio petto
fino al tramonto della vita mia.

Guidaci a tutti noi divino figlio
insegnaci la strada del tuo cuore
ognun di noi ti porteremo un giglio
segno di gioia e simbolo d’amore.

Questo scritto che ha versato la mia mente
è per te mio caro bambinetto
lasciasti al mondo lo sguardo sorridente
un bel ricordo a me dentro il mio petto.

Questa tua tragedia ormai è finita
ti lascio nelle braccia del Signore,
ti amo tanto per tutta la mia vita
e sopra il pozzo ti ho lasciato il cuore.

ALFREDO

Sei un figlio di tutti e pregherai per tutti
noi, avendo cura di questa umanità
che con tanta amarezza ti chiama,
tu sarai la luce e la guida nel cammino
della nostra vita.


Versi di

Santo Belfiore

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