Il sindaco emette sei ordinanze di sgombero.

Calabria Ora del 13 Dicembre 2008

Non c'è stato il tempo di leccarsi le ferite lasciate dal nubifragio di novembre che, a circa un mese di distanza, l'ira dal cielo è scesa più violenta di allora, riversando a terra una quantità d'acqua tale da far tremare i polsi. Così, giovedì scorso, un incubo durato ore ha prodotto incalcolabili danni, i quali si aggiungono e vanno ad aggravare quelli del 5 novembre.

Tante strade provinciali risultano compromesse al punto da spingere l'ente di palazzo ex Enel alla chiusura di alcune di esse. In particolare, lungo la Acquaro-Dinami, gli alberi abbattuti e le frane che hanno reso ardua la circolazione non si contano mentre, in più punti, evidenti sono i segni di cedimento delle scarpate sottostanti interessate da smottamenti tali da far temere un imminente cedimento della stabilità delle stesse. Più precario lo stato della Arena-Dasà dove, sino a tarda ora, si è protratto un sopralluogo che ha visto interessati il presidente della Provincia Francesco De Nisi, il presidente del consiglio provinciale, Giuseppe Barilaro, il consigliere Rocco Pistininzi, l'ingegner Francesco De Fina dell'Ufficio tecnico provinciale e il sindaco di Arena Giosuele Schinella, intenti a valutare l'opportunità della chiusura di un'arteria che difficilmente si riuscirà a ripristinare. La fondovalle Marepotamo, che da Dinami conduce a Rosarno, è stata chiusa per la caduta di un ponte che ha provocato il ferimento non grave di un automobilista, disgraziatamente trovatosi a passare su di esso proprio in quell'istante. Lungo la provinciale che da Dasà conduce a Vibo, è venuta giù parte di un grosso muro di sostegno ad una sovrastante strada interpoderale, mentre la porzione rimanente è rimasta pericolosamente in bilico a strapiombo, costringendo la Provincia alla chiusura della strada per il tempo necessario allo sgombero, protrattosi fino a sera. Notevoli i danni nei paesi coinvolti che presentano molte vie interne invase da fango e detriti di ogni genere. Acquaro, come a novembre, è stato uno dei centri più colpiti, messo pressoché in ginocchio dal nuovo nefasto evento meteorologico. Il sindaco Domenico Scarmozzino, alcuni suoi collaboratori ed il presidente del consiglio provinciale, Giuseppe Barilaro, nelle primissime ore successive al nubifragio, sino a tardi, e per tutta la giornata di ieri, sono stati in giro a monitorare la gravità dei danni, guidando i numerosi mezzi meccanici messi a disposizione dalla Provincia. Il motivo per cui Acquaro risulta particolarmente toccato da tali cataclismi è da rintracciare nella sua posizione geomorfologica che lo vede adagiato in una conca circondata da sette colline, ognuna delle quali, in caso di pioggia corposa, riversa sul centro abitato ingenti quantità d'acqua mista a detriti vegetali e calcarei. Per alleviare l'impeto di tali liquami esistono dei tunnel sotterranei che convogliano l'acqua al fiume. Ebbene, uno di questi si è intasato in almeno due punti, allagando, a monte, un'abitazione adiacente, invasa da alberi interi, e facendo confluire tutta l'acqua su corso Umberto I, trasformatosi in un fiume che ha invaso i piani bassi delle abitazioni ed alcune attività commerciali. In particolare la farmacia, che ha subìto l'allagamento dei magazzini. Pare che in passato, in seguito alla copertura del tunnel, fosse stato effettuato un sopralluogo di tecnici della Regione, in seguito al quale veniva espresso il parere secondo cui «la copertura del cunettone con un manufatto di calcestruzzo può essere di pregiudizio al regolare deflusso delle acque che ivi convogliano». Particolare apprensione ha destato anche una frana precipitata nel tunnel che, intasatosi nel 1959, produsse un disastro. Il timore di una nuova ostruzione ha spinto l'amministrazione a lavorare sino a tardi per sgomberare provvisoriamente l'alveo, in attesa di un intervento necessario del Genio civile. L'alluvione ha generato pericolo anche per l'incolumità degli studenti (per oggi è prevista la chiusura delle scuole) e l'allagamento di private abitazioni un po' in tutto il comune (in particolare lungo via Provinciale), costringendo il sindaco ad mettere ben sei ordinanze di sgombero per altrettante famiglie, la prima delle quali già nella serata di giovedì, verso una famiglia della frazione "Limpidi", minacciata dalla gran mole di materiale proveniente dalla montagna sovrastante la casa. Il sindaco ha voluto esprimere una nota critica nei confronti dello scarso senso civico dei cittadini che, anziché rimboccarsi le maniche e prestare aiuto, hanno invaso il suo ufficio per lamentarsi. Preoccupazione è stata espressa dal presidente del consiglio provinciale Barilaro che ha dichiarato: «Ora più che mai, anche con tutta la buona volontà, Comuni e provincia non riusciranno a farcela, per cui auspico un pronto, necessario e serio aiuto da parte degli enti superiori, anche se, a parte la Prefettura, i Carabinieri di Arena e Dinami, i Vigili del fuoco e l'Ufficio tecnico della Provincia, che ringrazio per il tempestivo intervento, sinora nessuno si è fatto sentire». E intanto, Prefettura e Protezione civile raccomandano di tenere alta la guardia per i prossimi giorni.

Valerio Colaci

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