Situazione immutata a un anno dall'evento.

Calabria Ora del 6 Novembre 2009

Un anno. E' il tempo trascorso dalla prima delle alluvioni che, nella serata del 5 novembre 2008, si abbatté su Acquaro e su gran parte dei centri dell'Alto Mesima (Dasà, Arena, Dinami e Gerocarne) provocando ingenti danni alla viabilità, all'agricoltura e ad alcune abitazioni private, mettendo in allerta gli amministratori e gettando nello sconforto e nella disperazione i cittadini, memori della devastante alluvione verificatasi nel '59, di cui, tra qualche giorno, ricorrerà il cinquantesimo anniversario.

Un evento dannoso, quello dello scorso anno, che, avvenuto improvvisamente, in circa 4 ore di pioggia intensa, ha portato giù una quantità d'acqua il cui livello è stato attestato dagli esperti dell'Ufficio tecnico provinciale nella spaventosa cifra di 145 mm (di poco inferiore ai 200 mm che avevano devastato le Marinate il 3 luglio del 2006), che ha prodotto frane, smottamenti, allagamenti e fiumi ingrossati da una piena impressionante. Parecchi, nell'immediato, anche i disagi per tanti automobilisti che, trovandosi a rientrare alle proprie abitazioni dal luogo di lavoro, rimasero bloccati dalle numerose frane venute giù dalle montagne o sui ponti, allagati dall'intasamento delle vie di fuga dell'acqua. L'emergenza, per la quale si era implorato lo stato di calamità (di cui, neanche a dirlo, non si è vista traccia), ha richiesto la rapida attivazione di mezzi meccanici che, messi a disposizione dalla Provincia, in poco tempo hanno sgomberato le strade da tutto il materiale inerte, lavorando alacremente, nei giorni successivi, per la rimozione del fango e dei detriti rimasti. E, dal giorno successivo, iniziò anche la conta dei danni, che hanno interessato varie arterie provinciali e comunali in tutti i centri colpiti. Quando, poi, la situazione sembrava stesse tornando alla quasi normalità, a distanza di poco più di un mese, nella serata tra l'11 ed il 12 dicembre, un evento simile si abbatté nuovamente sui paesi dell'Alto Mesima, andando ad aggravare i danni di novembre e provocandone ulteriori. Ancora evidenti sono i segni lasciati da quelle piogge. Ad Acquaro, nella frazione "Fellari", ad esempio, diverse strade risultano tutt'ora interessate da numerose crepe, tali da rendere le stesse vie impercorribili e da costringere i cittadini a percorsi alternativi, mentre, lungo la provinciale Arena-Dasà (ancora chiusa al traffico dei mezzi pesanti), solo da pochi giorni sono iniziati i lavori per il ripristino dei tratti più urgenti (mentre, ancora tanti, delimitati solo da cordoli di cemento, sono quelli su cui si dovrà necessariamente mettere mano). Ma, se da un lato qualche intervento di ripristino è stato eseguito, poco o nulla è stato fatto dal punto di vista della prevenzione per rimuovere le cause che hanno determinato la maggior parte dei danni (vale a dire: maggior controllo del territorio, realizzazione di efficienti canali per far defluire l'acqua, ecc.), talchè, qualora dovesse verificarsi un nuovo evento alluvionale, produrrebbe gli stessi, per non dire peggiori, effetti di quelli di cui stiamo parlando (come avvenuto, ad esempio, pochi giorni fa a Piani di Acquaro, dove la pioggia caduta ha generato una frana che ha ostruito la strada). E, intanto, la stagione delle piogge, con tutta la sua imprevedibilità, è già arrivata.

Valerio Colaci

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