Strada chiusa, la frazione “Cerasara” resta isolata.

L'Ora della Calabria del 6 Febbraio 2014

Frana ad Arena - Autore della foto: Valerio Colaci
Frana ad Arena - Autore della foto: Valerio Colaci

Giornata di tregua, quella di ieri nelle zone interne dove, dopo giorni di distruttiva ed ininterrotta pioggia, è comparso il sole a rischiarare i cieli e le idee.

Situazione sempre critica ad Arena, dove resta isolata la frazione “Cerasara” - per la chiusura, causa frana, dell’unica via d’accesso per arrivarvi, interdetta al traffico con ordinanza sindacale a tempo indeterminato - mentre per ciò che riguarda la frana sul versante della collina che ospita i ruderi del castello, i cui detriti hanno invaso la provinciale 58, provocando lo sgombero di un’abitazione e la chiusura della stessa arteria, è in atto una scelta ingegneristicamente all’avanguardia per ciò che riguarda gli scempi destinati a rimanere vita natural durante. L’idea avveniristica, infatti, è quella di “blindare” il muro di contenimento rimasto in piedi compresa la frana, con delle strutture metalliche puntellate o, in alternativa, a seconda del maggiore o minore costo, con dei cassoni riempiti di materiale inerte che sostengano il muro di sostegno, restringendo, in ogni caso, la strada ad una sola corsia. Una genialata che, statene certi, rimarrà permanentemente, primo perché si conoscono i tempi di intervento sulle strade provinciali (la stessa arteria, in altri punti, è stata riparata parzialmente da poco dopo 5 anni che era ceduta in seguito ad un'alluvione di qualche anno fa). In secondo luogo perché corazzando il muro questo, nel tempo, avrà dei movimenti (visto che è interessato da diverse crepe) e anche se si volessero, un giorno, rimuovere le barriere di contenimento, non si sa se il muro dietro terrebbe e verosimilmente, verrebbe giù. Una cosa, comunque, è certa: se la si “blinda” la frana verrà messa in sicurezza, nel senso che nessuno la potrà più rubare. A Limpidi di Acquaro, invece, nell’attesa che inizino i lavori di costruzione di un muro di contenimento di una collina prospiciente ad alcune abitazioni, crollato quattro anni fa, per via di una nuova frana verificatasi nei giorni scorsi nel medesimo punto continuano ad essere in stato di sgombero alcune famiglie, che pare abbiano rifiutato, per ovvi motivi logistici, l’alloggio trovato dal comune in una struttura ricettiva di Spadola, arrangiandosi presso parenti, e che, paradossalmente, rischiano ripercussioni legali per essere rientrate in casa propria dopo lo sgombero di quattro anni fa. A quanto pare, infatti, l’ordinanza - il cui rispetto pare fosse stato affidato alle forze dell’ordine - non era mai stata ritirata, con la conseguente pretesa che le stesse famiglie, per tutti questi quattro anni e nonostante la situazione di pericolo immediata, sebbene permanente, si fosse stabilizzata, avrebbero dovuto trovare un domicilio alternativo. Dopo il danno, dunque, la beffa. «Cosa avrei dovuto fare io - si è chiesto un padre di famiglia - andare a vivere sotto un ponte»? Così magari si sarebbe beccato una bella querela per occupazione abusiva di luogo pubblico.

Valerio Colaci