Gazzetta del Sud del 20 Marzo 2016

È stato riproposto a Limpidi, piccola frazione di Acquaro, il classico "Cumbitu" (conviviale) di San Giuseppe, un banchetto comunitario a base principalmente di verdura, stocco, pasta e ceci, preparato da alcune famiglie - quindici quelle che hanno fatto voto quest'anno - e offerto a tutta la cittadinanza.
Da record i numeri degli alimenti acquistati: sessanta bottiglie di salsa per il sugo; 50 chili di farina; 80 di verdura; 30 di stoccafisso; 15 di ceci; 18 di pasta. Una tradizione solidale antichissima, organizzata il 19 marzo.
La manifestazione, poi, ha anche un suo lato religioso, in quanto ogni anno si scelgono tre componenti della comunità, che vanno a impersonare la Sacra Famiglia, alla quale è demandato il compito, dopo la benedizione del sacerdote, di fare il primo assaggio delle tredici pietanze previste nel banchetto.
A tutti gli altri, anziani e ammalati - le fasce più deboli della collettività cui è rivolta principalmente l'iniziativa - il cibo (a devuziuani) viene portato direttamente a casa.
In ogni casa, perché in questo giorno si mettono da parte dissidi e inimicizie e la comunità si unisce in modo ancestrale attorno al suo simbolo identitario che, così, continua a mantenere il suo aspetto solidale.
Ed è proprio in questi aspetti che si rintraccia, secondo il parroco, don Rocco Suppa, tutta l'importanza della manifestazione: «Un evento raro e prezioso - ha spiegato - in un'epoca in cui dilaga e prevale l'individualismo». Una importanza che si rintraccia con evidenza nel voler essere presenti in questo giorno. Come il signor Carlo Natale, il quale è sceso giù da Milano, dove risiede, esclusivamente per partecipare al "cumbitu".
Valerio Colaci