Una folla immensa ha preso parte alla fiaccolata in ricordo di Filippo Ceravolo.

Il Quotidiano del 4 Novembre 2012

La scintilla è scoccata. Adesso si aspetta che diventi fiamma e che illumini le coscienze per portarle verso un processo nuovo di modo di essere. Serrande abbassate, lenzuola bianche ai balconi, centinaia di manifesti e striscioni con slogan contro l'arroganza mafiosa.

Così ieri sera la Soriano civile, uomini donne e bambini hanno inteso con fermezza dire «Mai più vittime. Mai più mafia», rafforzando questo significativo gesto con una fiaccolata silenziosa lungo le vie principali del centro abitato. A pochi giorni di distanza dei funerali del giovane Filippo Ceravolo, 19 anni del luogo, caduto per mano ancora ignota, ma criminale, nei pressi del Calvario di Pizzoni mentre tornava da Vazzano, dove si era recato a trovare la sua fidanzata. La sua unica colpa è stata quella di avere accettato un passaggio su un'auto, una Fiat Punto, sulla quale non sarebbe mai dovuto salire.
Una speranza, dunque, nasce dalla manifestazione che è stata massiccia (oltre duemila persone), voluta da un "Movimento spontaneo sorianese" che su Internet ha lanciato una sorta di tamtam non rimasto inascoltato. Il corteo silenzioso ha racchiuso in un abbraccio gli affranti genitori, Martino e Anna Lochiatto, le due sorelle Giusi, di otto anni, e Maria Teresa, di 24, insieme a tutti gli altri familiari. Poi è sfilato per le vie principali.
Non hanno voluto mancare all'appuntamento i consiglieri regionali Ottavio Bruni e Bruno Censore, il presidente della Provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi, il segretario provinciale della Cgil Luigino Denardo, il dirigente Cgil Raffaele Mammoliti, il sindaco di Sorianello Sergio Cannatelli, in rappresentanza del Comune di Dasà Raffaele Scaturchio, i rappresentanti di Libera, il sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza. Ma, in particolare, c'erano loro: l'Azione Cattolica, le scuole di ogni ordine e grado, la Protezione civile, le associazioni locali, il sindaco di Soriano Francesco Bartone con gli amministratori locali di maggioranza e di minoranza.
Il simbolo, poi, della significativa e importante, partecipata fiaccolata sono stati i giovani. Con i loro striscioni hanno gridato con coraggio la grande voglia di vivere all'insegna dell'amore, della pace, della serenità. Avrebbero, altresì, cento domande da fare. Molte delle quali a chi si è macchiato dell'orrendo e assurdo assassinio di Filippo, loro coetaneo, amico di giochi, gran lavoratore. Proprio gli amici hanno voluto ricordarlo in alcuni momenti intimi e semplici, di tutti i giorni, proiettando alla fine del corteo sulla parete del Palazzetto della Cultura alcune slides, mentre la gente assisteva addirittura con i bambini nelle carrozzelle o con handicap alle gambe.
C'era ancora tutta Soriano, appunto, quando Merilia Ciconte, punto di riferimento del "Movimento spontaneo", già presidente della commissione locale per le Pari Opportunità, ha preso la parola per tuonare: «Non si può morire a 19 anni! Per nessun motivo! Che i mediocri continuino a ritagliarsi un ruolo con l'arroganza e la violenza è un'atrocità, una barbarie a cui bisogna porre fine. E' necessario che finisca questa spirale di violenza che si è abbattuta sul nostro territorio! E parlo di territorio in senso lato». Ed ha aggiunto: «Soriano questa sera ha risposto». Ma, non ha mancato di sottolineare come occorra «avere, a partire da oggi il coraggio di indignarsi, solo così possiamo combattere tutte le mafie. A volte - ha affermato con autocritica - siamo anche noi che con l'indifferenza alimentiamo questo stato di cose. Non si può - è stato il suo appello – però rimanere indifferenti. Facciamo che questo episodio sia la goccia che farà traboccare il vaso della malavita. Noi non gridiamo occhio per occhio, ma esortiamo a che si avvii uno sradicamento di mentalità. La sicurezza è un bene che appartiene a tutti. Uniti si può conquistarla. Uniti si può vincere la mafia». Merilia Ciconte ha, poi, ricordato Giovanni Falcone e altri, rimarcando ancora una volta l'importanza della cultura e dell'informazione.
Il sindaco di Soriano Francesco Bartone, emozionato, ha dal canto suo evidenziato come si debba avere «ferma la speranza ed avere un minimo di impegno per ripudiare l'arroganza mafiosa», ed ha ringraziato le forze dell'ordine, i carabinieri "angeli" ed il capitano Stefano Esposito Vangone. Hanno toccato il cuore dei circa duemila presenti le parole pronunciate da due ragazze: «Vorremmo vivere con più serenità e tranquillità» e «non possiamo fingere che a Soriano non circoli la droga. Dobbiamo svegliarci. C'è voluto questo momento tragico per farcelo capire». Forte è stata la testimonianza di Rocco Mangiardi, sorianese, trapiantatosi a Lamezia, vittima di estorsioni, che non si è tirato indietro.
E Gianni Speranza lo ha indicato ieri sera ad esempio. Rispondendo all'appello il sindaco di Lamezia ha inteso dare un suo contributo: «Le parole possono - ha detto tra l'altro - contribuire a fare giustizia. Le parole possono servire per riscattarci». Ed il "messaggio" è apparso chiaro: chi sa, parli. Come ha fatto Rocco Mangiardi. Altrimenti, hanno fatto capire sia Merilia sia il sindaco Speranza, «all'alba di domani la speranza rischia di scomparire».

Nando Scarmozzino