Il responsabile degli "Amici di San Rocco" smorza il tono delle polemiche.

L'Ora della Calabria dell'1 Ottobre 2013

Associazione Amici di San Rocco - Fonte dell'immagine: L'Ora della Calabria
Associazione Amici di San Rocco - Fonte dell'immagine: L'Ora della Calabria

Non ha gradito, il procuratore generale dell'associazione europea "Amici di San Rocco, fratel Costantino De Bellis, le polemiche sorte nei giorni scorsi in ordine alla formazione del direttivo del gruppo di Acquaro, avvenuta, secondo alcuni iscritti, con regole totalmente diverse da quelle previste dallo statuto, circostanza che avrebbe portato alla formazione di un Cda non ben visto da tutti e che qualcuno di essi aveva rilevato allo stesso De Bellis, venuto da Roma in occasione dell'inaugurazione del neonato gruppo, ottenendo come risposta che l'associazione nasce per seguire l'esempio di San Rocco.

Attività in cui le beghe di paese non possono entrare. Concetti che, dopo aver letto l'articolo pubblicato da "l'Ora" di ieri e sottolineando di aver ricevuto chiamate da diversi centri della provincia dove si vorrebbe formare l'associazione, per avere delucidazioni su quanto stesse accadendo, De Bellis tiene a ribadire a gran voce. «Io nell'incontro dei giorni scorsi sono stato chiaro: la nostra è un'associazione ecclesiastica, apolitica e improntata sulla regola della chiesa del cammino verso la carità ed il bene comune. In essa si entra per lavorare in tale senso e cercare di realizzare la rinascita spirituale dell'intera comunità, ed in questa prospettiva vengono accettati tutti». Parole, queste, che, nel discorso fatto agli iscritti venerdì scorso, e ribadite a "L'Ora", il fondatore e procuratore dell'associazione, e custode delle reliquie di san Rocco, scandisce, sottolineando che «chi entra nell'associazione deve impegnarsi a seguire l'esempio del santo di Montpellier e cambiare la propria vita secondo i dettami che portano lungo la via della carità che conduce verso Cristo, non verso gli uomini e le loro pecche terrene». Quindi, di concerto con il gruppo madre di Roma, anche «il gruppo di Acquaro deve essere unito e vivere in armonia come in una grande famiglia». Chiaro, quindi, il suo messaggio, secondo il quale «le beghe politiche, sociali e personali che possono esistere in una comunità non possono e non devono entrare a far parte del modus operandi dell'associazione e chi non è d'accordo e pensa di entrare in essa con obiettivi diversi ha sbagliato tutto e può benissimo tirarsi indietro». In tale prospettiva, secondo fratel Costantino, «non ci si deve conformare al mondo, ma farci condurre da san Rocco verso Cristo, che è il modello di ogni santità».
Insomma, chi vuole entrare nell'associazione deve farlo solo per la devozione nutrita verso il pellegrino di Montpellier, il cui messaggio e la cui umiltà devono essere considerati come lo strumento per rafforzare la proria spiritualità e la propria fede. Tutto il resto non centra.

Valerio Colaci

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