7 Ottobre 2011

I funerali di don Gabriele - Fonte dell'immagine: Acmisericordiaicr.it
I funerali di don Gabriele - Fonte dell'immagine: Acmisericordiaicr.it

Almeno 1000 persone hanno gremito, giovedì pomeriggio, Piazza Duomo, per la Santa Messa di commiato da don Gabriele Muratore, scomparso alle prime ore di martedì scorso per un male incurabile. In prima fila, la sorella, i nipoti e i pronipoti.

La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Vescovo di Crotone - S. Severina S. E. monsignor Domenico Graziani, dall'amico e fratello don Edoardo Scordio, una buona rappresentanza di Padri Rosminiani tra cui anche il Padre Provinciale don Claudio Papa e molti sacerdoti diocesani.

Il funerale ha celebrato la gioia della Morte in Dio, il ritorno alla casa del Padre, la Casa di don Gabriele. A partecipare al rito tutta la Comunità di Isola di Capo Rizzuto, non solo quella cattolica, ma anche quella laica, quella evangelista, in piazza c'erano proprio tutti a salutare questo sacerdote e a ringraziarlo per l'insegnamento ricevuto in questi 13 anni di fruttuoso ministero nella comunità.

Don Gabriele è stato il primo Padre Rosminiano di origine calabrese. Umile ed infaticabile operaio della Vigna del Signore, da poco aveva festeggiato il 50mo anniversario di sacerdozio, gli ultimi 13 li aveva trascorsi dal settembre 1998 a Isola di Capo Rizzuto. Una presenza discreta, quasi silenziosa della Parrocchia Maria Assunta, una persona seria, acuto maestro di riflessione, sempre accanto ai malati e alle famiglie dei battezzandi, confessore infaticabile.

Davanti al feretro posto, dagli operatori della Protezione Civile della Misericordia di Isola di Capo Rizzuto, ai piedi dell'altare al lato rivolto al mare della piazza, tutti si sono rivolti a don Gabriele come se fosse ancora fra i vivi. A cominciare dal Vescovo, che ha avuto parole di ringraziamento per l'umile sacerdote, ne ha elogiato il silenzio pieno di parole, la riflessione, lo stile e la semplicità. Il Vescovo ha abbracciato simbolicamente la famiglia di don Gabriele. La grande famiglia cattolica si è avvicinata alla famiglia di origine stringendosi ancora una volta in un'unità sacra, spirituale, amorevole e vera.

Commuovente il saluto di don Edoardo Scordio che silenziosamente si è avvicinato al fratello e a bassa voce si è rivolto a lui e all'intera piazza unita nel dolore e nella consapevolezza della grandezza di quel piccolo sacerdote. L'applauso interminabile, quel tributo all'opera del Padre rosminiano è stata una catarsi, una rivelazione per chi c'era. Una comunità si è alzata in piedi ad applaudire soprattutto l'opera di don Gabriele che, ispirata da Dio, ha reso tutti coloro che applaudivano parte dell'insieme: una vera comunità forte e compatta, una comunità spirituale e concreta allo stesso tempo.

La morte di questo piccolo grande sacerdote, sorridente e gentile, sempre vicino alla comunità, sempre obbediente alla Sua Chiesa, è stato un grande esempio per tutti. La sua unicità di uomo ha reso tutti ancora una volta e più delle altre volte irripetibili ed indispensabili per l'insieme, per ciò che è stato fatto e per ciò che deve essere ancora fatto. E' stata una rivelazione ritrovarsi quasi a festeggiare questo grande esempio di vita, tutti insieme, tutti stretti nel dolore della mancanza e nella gioia della speranza della Resurrezione.

Ieri a Isola di Capo Rizzuto, su quella piazza che ha già visto il verificarsi di eventi straordinari e feste gioiose si è dato l'ultimo saluto ad un uomo che ha speso tutta la sua vita per Amore del Signore ed alla sua gente, spesso in condizioni molto difficili ma sempre con il sorriso sul volto. Tutta la piazza ha ricambiato ieri e nei giorni precedenti con l'alternarsi di migliaia di persone nella camera ardente allestita nella sala riunioni del Palazzo Vescovile, questo amore. E' stato come un riscatto di tutta la Chiesa, una novità assoluta: dicono che oggi non c'è più fede e amore attorno alla Chiesa Cattolica! Al contrario innumerevoli sono questi testimoni che nel silenzio tengono su il mondo e aprono vie al nuovo di Dio. Sono come luci nella notte che possono illuminare il cammino di ognuno.

Continuerà ad esserlo anche don Gabriele che con la sua estrema gentilezza e semplicità domenica scorsa dettava le ultime parole della sua vita terrena rivolgendole alla comunità di Isola di Capo Rizzuto, a quella calabrese e a tutto il mondo: "Voglio salutare la mia gente. Auguro tutto il bene possibile ora e sempre a loro, al loro futuro e alle future generazioni, da estendere a tutto il mondo". Dopo un po' ha pronunciato le sue ultime parole "Voglio andare a Casa".

Oggi, don Gabriele è senza dubbio nella sua Casa, nella Casa origine di tutto e di tutti, ma quelle sue ultime parole, che sono state lette da don Edoardo e che fanno parte del Testamento Spirituale del defunto sacerdote, riecheggiano ancora in piazza e in tutti noi. Sono un augurio per la Comunità di Isola di Capo Rizzuto certo, ma devono essere rilette e riascoltate anche come monito.

E' dovere di ognuno di noi infatti, far crescere questa Comunità Cattolica, farla diventare esempio per i nostri giovani e per coloro che ancora non sono nati. Questa comunità è un esempio di bene che non solo deve essere conservato, ma deve essere divulgato: è da estendere non solo nella nostra comunità o alla comunità Calabrese. Da buon Padre Rosminiano don Gabriele non poteva certo fermarsi ai confini limitati del nostro territorio. Il bene e l'esempio di bene della Comunità cattolica di Isola di Capo Rizzuto è, nella logica dell'Amore Universale, da estendere a tutto il mondo.

Fonte: Misericordia Isola Capo Rizzuto

La cerimonia funebre, presieduta da don Edoardo Scordio, si è ripetuta quest'oggi nella chiesa Santi Filippo e Giacomo di Limpidi, paese in cui don Gabriele è nato il 6 luglio del 1931. Alla celebrazione hanno preso parte il parroco titolare don Pietro Carnovale, don Pasquale Rosano, giovane prete nato a Limpidi e parroco ad Arena, don Cosma Raso, parroco a Dasà, don Enzo Varone, parroco della Chiesa Santo Spirito a Vibo Valentia e vicario episcopale, don Rosario Lamari, parroco ad Acquaro, e don Peppino Gagliardi, ex parroco ad Acquaro. Per l'occasione sono giunti in pullman da Isola Capo Rizzuto fedeli, membri della Confraternita di Misericordia e rappresentanti ecclesiastici che hanno voluto rendere omaggio a don Gabriele anche nella sua Limpidi. Don Edoardo ha ricordato alcuni dei suoi momenti trascorsi con don Gabriele e ne ha descritto le virtù esaltando, in particolare, l'umiltà, la semplicità e lo spirito di povertà con cui egli ha condotto la sua vita. Egli ha rammentato come don Gabriele lasciò il piccolo borgo di Limpidi nel 1947, la sua attività di insegnante di Lettere all'"Istituto della Carità" di Stresa, il suo ritorno in Calabria nel 1998 dopo il pensionamento, i 13 anni che egli ha trascorso come vicario presso la parrocchia Maria Assunta o Ad Nives di Isola Capo Rizzuto e come, dopo molti anni, sia ritornato per sempre nel suo paese. Il suo racconto si è concluso parlando degli ultimi sei mesi, i mesi della malattia, di don Gabriele ricordando, come avvenuto durante la celebrazione del giorno prima, quali fossero state le sue ultime parole.

Alla fine della cerimonia la comunità limpidese, più folta del solito per gli imminenti festeggiamenti in onore della Madonna SS. del Rosario, ha voluto dare un saluto a don Gabriele ricordando come solo un anno fa avesse festeggiato i suoi 50 anni di sacerdozio e la gioia provata ogni estate nel rivederlo tornare in paese.