Acquaro, i cittadini si mobilitano in attesa che si pronunci l'Azienda sanitaria.

L'Ora della Calabria del 20 Settembre 2013

Fonte dell'immagine: ansa.it
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È riuscita la direzione sanitaria dell'Asp, forse, a trovare un compromesso per tamponare il disagio derivante ad Acquaro dalla mancanza di possibilità di copertura momentanea della postazione di medicina di base rimasta vacante dopo la prematura scomparsa del dottore Pino Crupi.

Una questione che sta tenendo banco da alcuni mesi, alimentando dibattito e polemiche, anche aspre. Stabilito, infatti, che, in base alla popolazione residente nell'ambito di riferimento, la zona è carente e quindi il medico sarà nominato, il problema che si è posto successivamente è stato quello di un sostituto che, fino a tale nomina, che dovrebbe avvenire in primavera, si possa prendere cura dei pazienti rimasti senza assistenza. Un problema particolarmente sentito da taluni irriducibili che non ci pensano nemmeno lontanamente a cambiare medico con uno di quelli che operano negli altri comuni dell'ambito e che, per tale ragione ieri si sono recati anche in delegazione dal prefetto, e stamattina, se non verrà cambiata idea durante la notte, sono pronti ad inscenare una vera e propria protesta spontanea per ottenere quanto ritengono sia in loro diritto, concetto, quello di diritto, che, soprattutto negli ultimi tempi da queste parti sembra avere confini sempre più sfumati e labili.
Quanto al compromesso di cui in premessa, secondo quanto ci viene riferito dalla direzione sanitaria, le strade per tentare di giungere alla nomina di un sostituto sarebbero state tentate tutte, salvo constatare che la via del sostituto non è percorribile, perché non sussisterebbero i requisiti di straordinarietà tali da consentirlo (distanza chilometrica eccessiva tra un comune e l'altro, sistema viario disastrato, ecc). Senza contare che ci si trova innanzi non ad una semplice sede vacante, ma ad una sede vacante in seguito a decesso del medico, circostanza per cui sarebbe previsto l'azzeramento del pacchetto di assistiti, che non potrebbero, perciò, essere pagati dal servizio sanitario ad un sostituto. Quindi, l'unica soluzione ritenuta possibile è stata quella, d'accordo con 4 dei 5 medici operanti nell'ambito (uno ha già raggiunto il numero massimo di pazienti consentito), di predisporre uno studio medico comune all'interno dei locali che ospitano la guardia medica del centro montano, nel quale i 4 - (Caterina Scarmozzino di Dasà, Giuseppe Sorbara di Arena, Gregorio Ciccone e Greco di Dinami) verso i quali, scegliendo quello più di gradimento, i pazienti dovrebbero confluire -, si alterneranno giornalmente durante la settimana, per impedire che il centro rimanga scoperto ed i cittadini debbano recarsi in quelli vicini e consentire, dunque, la continuità assistenziale. Infatti, anche se un paziente ha cambiato verso un determinato medico che ad Acquaro visita nel giorno X, qualora dovesse aver bisogno negli altri giorni, si potrebbe rivolgere anche agli altri dottori che si appoggiano allo studio.
Manca solo l'ok da parte del commissario Maria Bernardi che, fuori sede, dovrebbe rientrare oggi. Dopodiché la partenza del servizio sarebbe istantanea. Di più, secondo quanto riferitoci, la legge non consentiva di farlo. Resta da verificare se i cittadini saranno disposti a scendere a compromessi. Ma questo lo si dovrebbe capire già stamattina.

Valerio Colaci

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