Calabria Ora del 9 Novembre 2008
Passano i giorni e, nei centri colpiti dal violento nubifragio dello scorso 5 novembre, s'incrementa, attraverso gli incessanti sopralluoghi degli amministratori e le segnalazioni dei privati cittadini, la conta dei gravi danni subiti.
Acquaro e' il centro piu' colpito e dove si registrano i maggiori disagi, non solo nelle frazioni montane (contrada Fellari, Nissi', Cerasara, Pardelusa, Camerino ed altre) da dove, sino a stamattina, abbiamo ricevuto richieste di intervento volto a palesare lo stato precario di ulteriori strade, quasi completamente impraticabili per via del manto stradale divelto dalla furia dell'acqua, ma anche per le vie del centro e nella frazione Limpidi dove l'ingrossamento del Torrente Filese ha danneggiato alcune briglie, il cui eventuale cedimento determinerebbe erosioni e smottamenti tali da mettere a serio rischio la stabilita' del ponte "Sardaro", di epoca fascista, posto lungo la SS 535, strada messa in pericolo anche perche' lo stesso torrente ha deviato il suo corso, spostandosi verso un lato lambente una parete, costituita da materiale da riporto, su cui e' costruito un tratto della stessa statale. Sempre il Filese, in alcuni punti ha straripato, danneggiando numerose strade interpoderali e determinando la letterale scomparsa di parecchi orticelli destinati alla produzione agricola familiare. E, danni simili si registrano anche negli altri comuni. Ad Arena, oltre alla precaria situazione delle frazioni di montagna, poste in condizioni simili a quelle di Acquaro, vari smottamenti nel centro del paese mettono a serio rischio diverse abitazioni, oltreche' un antico palazzo baronale. A Dasa' sono state danneggiate diverse strade interpoderali mentre, a Dinami, il vicesindaco Rocco Faga, contattato, confermando i maggiori danni nella frazione Boscoreggio, ha parlato di danneggiamenti per diverse centinaia di migliaia di euro, in tutto il territorio comunale, interessato da frane e smottamenti, da diverse strade dissestate e dove, in piu' punti, e' saltato anche l'impianto fognario. Sono i danni all'agricoltura, oltreche' all'ambiente ed all'artigianato, a preoccupare Alfonsino Grillo, sindaco di Gerocarne, centro che, come gli altri, basa la propria economia su tali settori. "Dopo quasi 6 mesi di siccita' - dice il primo cittadino che, come i suoi colleghi, si e' immediatamente mobilitato per rilevare e quantificare i danni - il suolo non era in condizioni di ostacolare l'eccezionale quantita' di pioggia precipitata mercoledi' scorso, determinando danni ingenti alle strutture interne dell'agglomerato urbano (rete viaria, fognaria, idrica, muri di contenimento ed altro) e mettendo in ginocchio l'attivita' agricola, zoccolo duro del prodotto interno lordo della nostra comunita'. Sono seriamente preoccupato - prosegue Grillo - perche' Gerocarne e' un territorio ricco di uliveti che producono ogni anno quantitativi enormi di frutto, la cui lavorazione consente l'esportazione di olio e prodotti derivati anche fuori Regione. Il rischio - dice Grillo - e' che smottamenti e frane lungo i corsi fluviali, ma soprattutto sui terreni agricoli, compromettano seriamente la campagna olearia appena avviata la quale, senza un intervento concreto dello Stato o della Regione, mirato anche a rendere fruibile la disastrata rete viaria, difficilmente sara' produttiva. La filiera ha alla base la raccolta del frutto, mediante i mezzi agricoli che compiono le operazioni di carico e scarico percorrendo chilometri di piste comunali ed interpoderali che, gia' danneggiate dall'alluvione del 6 luglio, in seguito a quello di mercoledi' scorso sono ulteriormente compromesse, per non dire impercorribili. Vista l'esiguita' delle risorse comunali - conclude il sindaco - mi auguro che la richiesta del presidente De Nisi, destinata a decretare lo stato di calamita', venga presto accolta e produca gli effetti sperati, anche per consentire ai Sindaci dei territori colpiti, l'avvio rapido di procedure mirate a salvare la stagione olearia altrimenti compromessa, eventualita' che, data la crisi in atto, rappresenterebbe un duro colpo per le tante famiglie che da tale attivita' traggono sostentamento".
Valerio Colaci
