La proposta del sindaco Scaturchio di fondere Dasà, Acquaro, Arena e Dinami.

Gazzetta del Sud del 25 Marzo 2017

Un progetto da approfondire - Fonte dell'immagine: Gazzetta del Sud
Un progetto da approfondire - Fonte dell'immagine: Gazzetta del Sud

Dopo averlo già fatto lo scorso anno, il sindaco Raffaele Scaturchio, ripropone pubblicamente il progetto della fusione ai colleghi dei centri limitrofi di Acquaro, Arena e Dinami, unica strada rimasta per avere, attraverso un comune più grande, maggiori finanziamenti che si traducano in servizi più efficienti e, dunque, in un valido freno contro lo spopolamento.
Per i centri in questione i dati Istat aggiornaci a novembre scorso parlano di una perdita complessiva da inizio anno di 154 residenti (80 dei quali li ha persi Acquaro, che si attesta a 2404 residenti, Dasà ne cancella 26 e va a 1182, Arena zero e conferma i suoi 1456 abitanti e Dinami, perdendone 48 scende a 2121).
L'idea, lanciata anche sui social e rafforzata dall'esempio dato da cinque comuni della Presila che sono in dirittura d'arrivo per la fusione (Casale Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta), non ha ancora avuto riscontri tra i sindaci interessati, ma ha incassato l'appoggio di tanti cittadini e del consigliere regionale Michele Mirabello, che si è detto pronto, in caso di accordo, a portare subito la proposta in consiglio regionale. Un'idea di cui Scaturchio appare convinto, perché consapevole che la salvezza passi dal compimento di questo rivoluzionario cambiamento: «Saremmo - spiega - nella provincia di Vibo il primo caso di una fusione, che farà da apripista e porterà certamente numerosi vantaggi. Basti pensare che in provincia di Cosenza, non solo i piccoli centri come quelli sopra citati si muovono in questa direzione ma anche quelli grandi, come Rossano e Corigliano Calabro che, costituiranno il terzo centro più popoloso della Calabria».
Occorre, quindi, partire dai numeri e iniziare a "demolire" i vecchi campanili, ampliando vedute e confini. La popolazione passerebbe a 7801 abitanti, ponendo il nuovo ente tra i più popolati della provincia (più di Serra San Bruno, per dare l'idea, e poco meno di Pizzo). Inoltre, il governo centrale incoraggia la fusione con un incremento annuo considerevole dei trasferimenti, fino a un massimo di due milioni di euro e per dieci anni consecutivi dall'avvenuta fusione. Occorre fare in fretta per salvare il salvabile.

Valerio Colaci