Regista Alberto Lattuada | Ruolo Giardiniere | Genere Commedia | Fonte Dailymotion |
Regista Alberto Lattuada | Ruolo Giardiniere | Genere Commedia | Fonte RaiPlay |
Regista Nanni Loy | Ruolo Saverio | Genere Drammatico | Fonte Youtube |
Regista Robert Aldrich Attori principali Stewart Granger, Anna Maria Pierangeli, Rossana Podestà Ruolo Soldato Genere Drammatico |
Regista Damiano Damiani Attori principali Catherine Spaak, Bette Davis, Horst Buchholz, Leonida Repaci Ruolo Figlio di Balestrieri Genere Drammatico |
Regista Franco Zeffirelli Attori principali Olivia Hussey, John McEnery, Leonard Whiting, Milo O'Shea Ruolo -- Genere Drammatico |
Regista Pietro Germi Attori principali Adriano Celentano, Francesca Romana Coluzzi, Ottavia Piccolo, Nazzareno Natale Ruolo Silio Genere Commedia |
Regista Alberto Lattuada Attori principali Ugo Tognazzi, Angela Goodwin, Milena Vukotic, Francesca Romana Coluzzi Ruolo Giardiniere Genere Commedia |
Regista Nanni Loy Attori principali Alberto Sordi, Lino Banfi, Nazzareno Natale Ruolo Saverio Guardascione Genere Drammatico |
Regista Sergio Leone Attori principali Rod Steiger, James Coburn, Rick Battaglia, Romolo Valli Ruolo -- Genere Western |
Regista Pasquale Squitieri Attori principali Fabio Testi, Jean Seberg, Charles Vanel, Raymond Pellegrin Ruolo Uomo di Capece Genere Poliziesco |
Regista Mario Sequi Attori principali Krista Nell, Sergio Leonardi, Nazzareno Natale, Lorenzo Piani Ruolo Bruno Genere Commedia |
Regista Vittorio Salerno Attori principali Enzo Cerusico, Riccardo Cucciolla, Enrico Maria Salerno Ruolo -- Genere Poliziesco |
Regista Carlo Di Palma Attori principali Monica Vitti, Michele Placido, Stefano Satta Flores, Carlo Delle Piane Ruolo Federico Genere Commedia |
Regista George Pan Cosmatos Attori principali John Steiner, Anthony Steel, Marcello Mastroianni, Richard Burton Ruolo Partigiano con gli occhiali Genere Drammatico |
Regista Damiano Damiani Attori principali Adolfo Celi, Glenda Jackson, Claudio Cassinelli, Lisa Harrow, Nazzareno Natale Ruolo Padre Monaldi, il prete operaio Genere Drammatico |
Regista Toni De Gregorio Attori principali Milena Vukotic, Ingrid Thulin, Gastone Moschin, Sergio Fantoni, Giampiero Albertini Ruolo Vanja Genere Drammatico |
Regista E.B. Clucher (Enzo Barboni) Attori principali Giuliano Gemma, Ricky Bruch, Dominic Barto, Riccardo Pizzuti Ruolo Gingo Genere Commedia |
Regista Paolo Nuzzi Attori principali Erminio Macario, Agostina Belli, Andréa Ferréol, Aldo Maccione, Nazzareno Natale Ruolo Bertinelli, lo stalliere Genere Commedia |
Regista Mario Amendola Attori principali Franco Franchi, Ombretta De Carlo, Aldo Puglisi, Alberto Farnese Ruolo Netturbino Genere Commedia |
Regista Giorgio Capitani Attori principali Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Aldo Maccione, Gianni Bonagura Ruolo Frankie Bottles Genere Commedia |
Regista Bernardo Bertolucci Attori principali Gérard Depardieu, Robert De Niro, Donald Sutherland Ruolo Contadino all'esecuzione di Attila Genere Drammatico |
Regista Bruno Corbucci Attori principali Lilli Carati, Tomas Milian, Robert Webber, Giuliana Calandra Ruolo Amico di Tapparella e venditore di cani Genere Poliziesco |
Regista Bruno Corbucci Attori principali David Hemmings, Alberto Farnese, Tomas Milian, Leo Gullotta Ruolo Tassista Genere Poliziesco |
Regista Steno Attori principali Renato Pozzetto, Edwige Fenech, Massimo Ranieri, Mario Scarpetta Ruolo Operaio Genere Commedia |
Regista Giuliano Montaldo Attori principali Nino Manfredi, Arnoldo Foà Ruolo -- Genere Poliziesco |
Regista Alberto Lattuada Attori principali Virna Lisi, Renato Salvatori, Clio Goldsmith, Barbara De Rossi, Anthony Franciosa, Riccardo Garrone Ruolo Gandola Genere Drammatico |
Regista Eduard Molinaro Attori principali Ugo Tognazzi, Marcel Bozzuffi, Michel Serrault, Paola Borboni Ruolo Demis Genere Commedia |
Regista Nanni Loy Attori principali Nino Manfredi, Adolfo Celi, Vittorio Caprioli, Vittorio Mezzogiorno, Leo Gullotta Ruolo Netturbino Genere Commedia |
Registi Pipolo (Giuseppe Moccia), Franco Castellano Attori principali Renato Pozzetto, Helmut Berger, Eleonora Giorgi, Renzo Rinaldi Ruolo Tassista Genere Commedia |
Regista Pasquale Festa Campanile Attori principali Vittorio Caprioli, Ben Gazzara, Giuliana De Sio, Franco Fabrizi Ruolo -- Genere Drammatico |
Regista Carlo Vanzina Attori principali Matthew Modine, Jennifer Beals, Faye Dunaway, Corinne Cléry Ruolo -- Genere Drammatico |
Regista Juan Piquer Simón Attori principali Michael Garfield, Kim Terry, Philip MacHale Ruolo Chef Genere Horror |
Regista Nanni Loy Attori principali Leo Gullotta, Sara Basile, Giuseppe Merolla, Cristian Capone Ruolo -- Genere Drammatico |
Regista Carlo Vanzina Attori principali Billy Zane, Florinda Bolkan, Lauren Hutton, Carol Alt Ruolo -- Genere Drammatico |
Regista John Frankenheimer Attori principali Andrew McCarthy, Sharon Stone, Valeria Golino Ruolo Cop Genere Thriller |
Regista Andrea Marfori Attori principali Rena Niehaus, Denise Crosby, Van Quattro Ruolo Grocer Genere Drammatico |
Regista Maurizio Zaccaro Attori principali Michele Placido, Giovanna Mezzogiorno Ruolo Maresciallo dei Carabinieri Genere Drammatico |
Regista Enrico Oldoini Attori principali Terence Hill, Nino Frassica, Flavio Insinna Ruolo Operaio Genere Fiction |
Regista Martin Scorsese Attori principali Leonardo Di Caprio, Cameron Diaz, Daniel Day-Lewis, Liam Neeson, Brendan Gleeson Ruolo Barbiere Don Whiskerandos Genere Drammatico |
Regista Andrea Bolognini Attori principali Stefano Dionisi, Violante Placido, Giancarlo Giannini, Nicola Farron, Ernesto Mahieux Ruolo -- Genere Drammatico |
Regista Alfredo Peyretti, Vittorio De Sisti Attori principali Lorenzo Crespi, Elena Dapporto, Vanessa Gravina Ruolo -- Genere Fiction |
Chissà quante volte, vedendo scorrere i titoli di coda di un film, abbiamo letto, in mezzo ai tanti nomi che ne compongono il cast, il nome di Nazzareno Natale.
Nazzareno, terzo di sei fratelli, nacque a Limpidi il 4 aprile del 1938 da Colombo Natale e Natalizia Natale. Il padre, a causa delle grosse difficoltà economiche, decise di seguire la strada intrapresa da molti altri limpidesi. Emigrò in Argentina dove, una volta trovato un lavoro e sistematosi, volle portare anche la famiglia, che dovette lasciare il piccolo paese natio. Qui il giovane Nazzareno trascorse la sua adolescenza fortemente deciso a voler ritornare in Italia. Aveva un sogno. Voleva diventare un attore famoso. Ecco quindi che intorno ai primi anni '60 lasciò i propri familiari e fece ritorno a Limpidi dove stette per un breve periodo. Successivamente si trasferì a Roma, patria della cinematografia italiana, per sfruttare le occasioni che la città capitolina certamente offriva. Nel 1962, dopo aver fatto la comparsa nel colossal "Sodoma e Gomorra" di Robert Aldrich, iniziò gli studi di recitazione al C.S.C. (Centro Sperimentale di Cinematografia) ottenendo il diploma nel 1965. Aveva fatto, nel frattempo (1963), una breve apparizione nel film "La noia" di Damiano Damiani. Nel 1968 partecipò al film "Romeo e Giulietta" di Franco Zeffirelli. Ma il suo vero debutto fu, lo stesso anno, quando gli si presentò l'occasione di poter finalmente mostrare le sue qualità recitative. Gli venne, infatti, affidato il ruolo di Silio in "Serafino", famoso film diretto da Pietro Germi. Insieme ad Adriano Celentano, Ottavia Piccolo e Francesca Romana Coluzzi è protagonista di una storia ambientata nelle campagne abruzzesi. Questa fu, per lui, una grandissima occasione che, grazie ad una discreta qualità espressiva ed umoristica, gli permise di farsi conoscere al grande pubblico. Nel 1971, dopo aver lavorato nel film "Venga a prendere il caffè… da noi" di Alberto Lattuada, venne scelto per vestire i panni di Saverio Bordascione in "Detenuto in attesa di giudizio". In questa circostanza ritrovò Nanni Loy, suo insegnante di 'Recitazione cinematografica' ai tempi degli studi al C.S.C., e poté dimostrare la sua versatilità, interpretando un ruolo drammatico. Il film, vincitore del Nastro d'argento, ha come protagonista, impersonato da Alberto Sordi, il geometra Romano Giuseppe Di Noi che, arrestato per equivoco, diventa amico del detenuto Saverio. Lo stesso anno lavorò con Sergio Leone, recitando nel film western "Giù la testa". Nel 1972 fu protagonista insieme a Sergio Leonardi e Krista Nell del decamerotico "Fratello homo sorella bona". Continuò quindi la sua carriera alternando ruoli in film polizieschi come "Camorra" (1972), "No, il caso è felicemente risolto" (1973), "Squadra antifurto" (1976), "Squadra antitruffa" (1977) ed "Il giocattolo" (1979) e film di successo internazionale come "Il sorriso del grande tentatore" (1974) di Damiano Damiani e "Novecento - Atto II" (1976) di Bernardo Bertolucci. Comparve in molte altre pellicole con parti, purtroppo, non di primo piano: "La patata bollente" (1979) di Steno con Renato Pozzetto e Massimo Ranieri, "La Cicala" (1980) di Alberto Lattuada, "Il Vizietto II" con Ugo Tognazzi, "Cafè Express" (1980) e "Scugnizzi" (1989) di Nanni Loy, "La partita" (1988) e "Miliardi" (1991) di Carlo Vanzina, "Un uomo per bene" (1999) e altre ancora. Le sue ultime apparizioni televisive furono nel film di Martin Scorsese, "Gangs of New York" (2002), e in due serie prodotte da Rai Fiction: il primo episodio (I segreti del cuore) di "Don Matteo 3" (2002) e "Gente di Mare" (2005). E' con esse che si conclude la sua carriera. Scomparve, infatti, il 21 giugno del 2006 a causa di un male incurabile.
La sua carriera, iniziata in forte ascesa con due importanti partecipazioni ("Serafino" e "Detenuto in attesa di giudizio"), proseguì con apparizioni sempre più brevi in pellicole, alcune delle quali non di primo piano. Fu anch'egli coinvolto nella crisi della commedia all'italiana di cui, tra l'altro, pagarono il prezzo mostri del cinema italiano come Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman che, a seguito, soffrirono di una gravissima depressione. Nazzareno è rimasto ingabbiato in quei ruoli, tipici della commedia spensierata e divertente, che l'evoluzione cinematografica ha messo da parte, trovandosi costretto ad accettare parti di secondo piano.
Ma, al di là di tutto, il suo nome rimarrà scritto indelebilmente nei titoli di capolavori cinematografici. Lo scorgeremo tra quelli di attori ineguagliabili nella storia della cinematografia italiana ed internazionale.
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Quinto di 7 fratelli, don Francesco Luzzi nasce l'1 ottobre del 1918 da Domenico Antonio ed Elisabetta Crupi. Di vocazione precoce, a soli 11 anni avviò gli studi ginnasiali al seminario di Mileto, per poi intraprendere gli studi filosofici a Reggio Calabria. Mente brillante, quella del giovane Luzzi, aperta ad una feconda "bigamia" col duplice profondo amore, per il sacerdozio, scopo di vita, e, nel contempo, per la cultura, seconda smodata passione che, negli anni, lo vide autore e curatore di molte pubblicazioni, nonché, dal 1975 sino alla morte, direttore dell'archivio storico diocesano di Mileto che, sostenuto da monsignor Cortese e da pochi collaboratori, con perenne impegno riorganizzò egregiamente, rendendolo punto di riferimento di studiosi e ricercatori, non solo locali, e facendolo dichiarare «di notevole interesse storico» dalla Sovrintendenza ai beni culturali. «Lo ricordiamo - scrisse in un articolo del marzo '95 su "Il Normanno", l'amico ed estimatore don Filippo Ramondino - con lo spolverino nero, seduto per ore… a studiare, schedare, decifrare documenti dal 1500 ad oggi». Il tutto, affinché, del suo lavoro entusiasta, ne godessero anche altri. «Il materiale riscoperto - scrisse nella premessa al primo numero del "Tabularium Mileten", edizione critica, da lui voluta, di rilevanti manoscritti inediti - appare di tale interesse che merita di essere portato a conoscenza di una più larga cerchia di ricercatori e studiosi». Dopo Reggio, approdò alla pontificia facoltà teologica di Posillipo, Napoli, distinguendosi per la smisurata preparazione e saggezza culturale. Qui, nell'ultimo anno di studi, nella cruenza della guerra, il ventitreenne Luzzi conobbe un raro momento di crollo e sconforto: «Sono molto stanco - scriveva al vescovo pro-tempore di Mileto Paolo Albera, nel novembre del '41 - … Quasi ogni notte, 5, 6, e anche 7 ore di allarme in diverse ondate… L'eccitazione toglie il sonno… Anche la formazione e la pietà ne soffrono assai… ne deriva una sorta di esaurimento… io comincio a sentirlo in me con debolezza generale ed una certa abulia». Questi pensieri tormentavano la mente del seminarista Luzzi durante i bombardamenti della guerra. Ma il doloroso momento passò e, il 28 giugno del '42, a 23 anni (ne occorrevano 24), monsignor Albera lo ordina sacerdote nella cattedrale di Mileto, cittadina dove, sino al '46 (anno della laurea in Teologia a Roma), si stabilì, con gli incarichi di professore del seminario vescovile (di cui, più tardi, dal 71 al '75, fu rettore, facendo ordinare, sotto la sua degna guida, molti sacerdoti che, tutt'ora, operano in varie parrocchie), direttore dell'ufficio catechistico e segretario del vescovo. A dicembre '46, gli fu assegnata, ad Arena, la prima parrocchia, sino al 1957, quando sostituì il defunto arciprete di Polistena, dove si stabilì definitivamente e dove rimase in carica sino al 1971. Altro anno importante, il '62, quando, su suo intimo desiderio, ebbe l'onore di partecipare alle prime giornate del Concilio Vaticano II e, a settembre, ricevette dal vescovo De Chiara, il titolo onorifico di monsignore, cappellano di Sua Santità, Giovanni XXIII. Pervasi dall'attento impegno profuso in ogni opera in cui si cimentò, facendo spola tra le sue 3 "patrie", Polistena, ove viveva, Mileto, dove operava, ed Acquaro, sede degli affetti, dove fu presente in ogni momento libero, passano gli anni, fino ad arrivare al fatidico 27 gennaio del '95. E' il tardo pomeriggio di una, sino ad allora, tranquillissima giornata, quando, a casa dei parenti squilla il telefono: «Correte - dice, manifestamente turbata, la voce dall'altro capo - monsignore ha avuto un grave incidente». La tranquillità rapidamente si dilegua e lascia spazio allo choc, che, all'arrivo precipitoso al nosocomio di Polistena, diviene profondo dolore con la conferma della cruda verità maldestramente celata dalla telefonata: don Francesco Luzzi, per le gravi ferite riportate, era morto. Quel giorno, lungo la statale "Ionio-Tirreno", rincasando da una giornata di lavoro nell'amato archivio dove, con don Ramondino, aveva programmato i lavori per i giorni successivi, veniva tragicamente stroncata una vita dedita alla chiesa, al prossimo ed alla cultura. Nell'agosto di quell'anno, gli fu conferito il premio "Città di Mileto" alla memoria come «sacerdote esemplare, ricercatore, studioso e scrittore insigne di memorie patrie, benemerito delle chiesa e della città di Mileto, per aver salvato e valorizzato, in qualità di direttore dell'Archivio storico diocesano, un patrimonio di inestimabile valore sacro e culturale». «Signore mio - scrisse nel testamento spirituale redatto in un ritiro a Loreto nel luglio del 1961 - vi ringrazio di avermi conservato la vita, come e quanto a voi è piaciuto. Ho accettato sinceramente la morte, come sarà… Ho amato tanto Dio… Gesù… La Madonna… La santa chiesa… Le mie parrocchie, Arena e Polistena che ho cercato di rendere sempre più belle… Ho amato tanto i bambini ed i bisognosi, poveri o vecchi… O Signore… ricevetevi le pecorelle che avete voluto affidare per questi brevi anni alle mie cure. Io sono passato, voi restate… Arrivederci tutti in cielo». Da 14 anni monsignor Luzzi riposa ad Acquaro accanto ai genitori che venerava. Rimangono, però, il ricordo e la stima di chi lo conobbe come uomo e ministro di culto, apprezzandone bontà di spirito e competenze culturali e umane. Rimangono le opere, la casa canonica di Arena, l'ospizio "Opera pia San Francesco di Paola" a Polistena, l'opera di tutela della cultura e della vocazione dei nuovi sacerdoti a Mileto e, ultima, la maestosa casa di cura nell'amata Acquaro che prende il suo nome ed in cui, le suore di Padre Idà assisteranno gli anziani ospiti, come lui stesso fece sino a quel tragico 27 gennaio.