Una volta c'era un morto che non aveva niente da far.
Si prese le sue gambe e si mise a camminar.
Arrivò ad un certo punto che più avanti non si poteva andar
e tutto preouccupato disse:"E adesso come devo far?"
Una voce da lontano, lo stava a chiamar:
"Se in paradiso vuoi andar, tu di qua devi entrar!"
Piano piano entrò dentro e guardò tutto per bene,
ma poi si fece i conti per veder se gli conviene.
Poi chiese:"Signor San Pietro, levatemi sta curiosita';
ditemi se Voi tenete Cristo ancora in Croce qua.
Forse qui non si può parlar e Lui ha alzato la voce
e forse questo e' il motivo per cui lo avete messo in Croce.
Adesso, signor San Pietro, fatemi una carita'!
Fatemi tornare vivo perché io morto non ci voglio star!
E poi, un funerale semplice costa un patrimonio,
invece di essere morto, meglio stare in manicomio.
Io non vi voglio offendere, Voi mi dovete perdonar,
però vi posso dire che sul mondo si sta meglio di qua.
Se niente altro si può aver, almeno si può parlar!"
Brezza leggera sul mio viso stasera.
Capelli scompigliati danzano
come libellule impazzite attorno
ad un vecchio lampione solitario.
Piccole luci accese a Melidonio.
Il comignolo di una casa fuma.
Una finestra si apre all'improvviso.
Il vagito di un bimbo, voci, risate.
Ascolto in lontananza il latrato
di una cane. Dolce è l'odore di erbe.
L'aria fresca profuma di pomelie
e di mari azzurri ormai perduti.
Passa
il tempo,
come nuvole
sospinte dal vento,
su campo di grano.
Si posano i giorni sulla mia vita:
come farfalle volano sul mio cuore,
intrecciando piccole danze.
Dal profondo dell'anima
si liberano i pensieri
e il ricordo di te riappare
dolce, come raggio di
sole.
Una donna sottopone al dottore l'insolito problema del marito:
Dottore, simu tutti preoccupati
tutt'i matini 'e cincu spaccati,
'u pecchì nuju 'u capiscia,
marituma ava l'abitudini 'u piscia.
La risposta del dottore…
'Nda vitta malatii, 'nda vitta malanni
ma è 'a prima vota 'nta trentanni,
non si senta assai spissu,
di unu chi piscia a orariu fissu.
Capisciu ca 'a questiùani vi prema
ma, a' fini, duv'è 'u problema?
La moglie…
'U problema è sulu pe' mia
pecchì iju si rivigghja 'e sia!!!!
Sei
respiro
della vita,
carezza dell'anima,
sorriso, ninna nanna
nel cuore della notte.
Una manina protesa, un balbettio,
passetti incerti, dolci sorrisi. Conforto sicuro
nella tristezza, tempo che vola inesorabile.
Tu, all'improvviso già grande,
spicchi il volo come colomba.
Io, sempre più sola e fragile,
ogni giorno ad aspettarti!
Figlio che mi conforti,
che mi consoli
che mi guidi,
che mi ascolti,
che mi vedi,
come facevo io allora,
quando ancor piccino,
ti stringevo al mio cuor,
io ti benedico!
Fogliolina tenera della
mia vita, raggio di sole,
acqua pura, cielo azzurro,
figlio, amato più di me stessa
a te donerò sempre tutto il mio cuore
fino all'ultimo anelito!
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