Ricordi amico mio quando eravamo giovani e innocenti. Quando con le tasche piene di fichi secchi o di castagne andavamo in fretta ad incontrare gli amici e ci dividevamo quel che noi avevamo. Ti ricordi le giornate allegre e spensierate e le forti risate piene di gioia. Eravamo scalzi, miseri ma abbondi di amicizia sincera e semplice felicità. Camminavamo sulla grezza breccia a piedi nudi senza alcun lamento, saltarellando tra cespugli e spine nel caloroso sole, nella pioggia e con il vento. Eravamo saldati in un cemento in amicizia clamorosa e pura. Quante belle giornate divertenti per le costiere, i prati e la natura. Ti ricordi quella notte, vigilia di Natale la, sotto il balcone di mia zia, i fichi d'india noi infilammo ad una canna e li porgemmo ai piedi d'altri amici. Ti ricordi quando li sbucciammo nel fitto buio della notte, con le mani e la bocca pien di spine senza un lamento poi alla chiesa andammo. Ti ricordi amico, che tempi belli erano quelli! Senza macchina, né bicicletta, senza un soldo di poter divertirci, ma senza tutto questo com'era bello vivere nella miseria e in allegria.
Con la famiglia unita non si sedeva a tavola sino a che il padre, capo della famiglia era presente. Ti ricordi le serate al focolare o al braciere tutti in giro attorno nell'inverno e con le mamme e i nonni a raccontar a noi le storielle?
Chi può mai dimenticare quei primi insegnamenti che a me servirono per divenire uomo. L'affetto dei miei cari, il rispettar del prossimo, l'onestà, la sincerità, l'uguaglianza e l'amicizia con sincerità.