Quello che racconto oggi e l'esperienza di uno dei miei tanti viaggi fatti tempo fa a trovare dei nostri paesani nella vicina Svizzera (io lavoravo a Domodossola e penso sia stato nell'anno 1987). La prima tappa è stata PIOTTA dove ho trovato ROCCO CRUPI (Ruaccu u Barrista) che, ricordo, viveva in una mansarda, in un piccolo spazio che, subito, mi ha rimembrato quanto sia grande il sacrificio che questi nostri paesani fanno per dare un lustro, una posizione più consona alla loro vita. Anche se lo spazio era piccolissimo ricordo che la sua ospitalità lo ha reso grandissimo, tanto grande da poter sorridere e passare momenti bellissimi. Il giorno stesso che sono arrivato ricordo (il paese era piccolissimo, uno di quei paesi che, se si vuole, ci si conosce tutti) una lunga passeggiata assieme a Rocco per le vie di questo paese che, per posizione geografica, si trovava ai piedi del San Gottardo praticamente. Durante questa lunga passeggiata, ricordo, ho incontrato poche persone. Appena girata una piccola curva chi vedo? LINO LAMANNA, un grande, una persona straordinaria che mi regalò queste parole: "Pinucciu, non penzavu mai ca oja mi trovava davanti a ttia! Cuamu mai i chisti parti?" C'è stato un abbraccio, un saluto caloroso che mi ha fatto stare bene! E via a casa sua a riassaporare le vecchie e bellissime tradizioni acquaresi: ospitalità e amicizia! Finito lì continuammo la nostra passeggiata e sapete chi è stata la seconda persona incontrata? PEPPE CALOGERO che, nel suo giardino davanti a casa, si adoperava a piantare e curare la verdura. Anche lì è stato bello! Lì ho vissuto un altro momento in cui io potei capire quanto sia grande la presenza del proprio paese in cuore, pur essendo lontani, molto lontani per loro. PEPPE è un amico da sempre ma allora non si aveva quella confidenza e quella amicizia forte di adesso. Eppure è stato come se ci univa una fratellanza da sempre. In quel momento si presentò la terza persona della giornata: NICOLA LAMANNA, mio vicino di "ruga", che nel vedermi lì ebbe come prima reazione un sorriso e, nelle sua sempre conosciuta pacatezza dell'esprimersi, mi disse: "A Pinu e cuamu mai tu ccà? Chi piacira, cuamu stai? O pajisi tuttu bene?" Capite che quello che mi colpisce e che parlando con loro rimembrano tanti ricordi passati al paese, tanti attimi che li fanno ridere e sentire presenti. Allorché incontrai Nicola Lamanna mi girai verso Rocco Crupi e gli dissi: "A Ruaccu ma simu a Svizzera o a Acquaru?" È stata una giornata che mi ha fatto sentire bene, mi ha fatto capire quanto sia grande il cuore dell'emigrato e, soprattutto, quanto sia grande il loro desiderio, quanto sia ferma la loro convinzione che Acquaro resterà sempre nel loro pensiero. Andando via la sera avevo un vuoto dettato dal magone! Perché! Perché se avessi potuto avrei passato ancora più tempo con loro. Grazie emigrati, tutti, e, per me, siete un esempio del sacrificio, un esempio di vita dal quale bisogna sempre attingere nella vita di tutti i giorni.